JESI – L’azienda fallisce e ciò che resta è un cumulo di rifiuti nel piazzale. Materiale di diversa natura, abbandonato non si sa bene da chi, che va ovviamente smaltito. A farsene carico, volente o nolente, è il Comune, stanziando circa 1000 euro per consentire alla municipalizzata Jesiservizi di intervenire.
Un «deposito incontrollato a cielo aperto di rifiuti», così i tecnici municipali lo hanno definito dopo aver effettuato il sopralluogo. Si trova alla Zipa, in via Brodolini. Si è provveduto pertanto a individuare il titolare dell’azienda per l’adozione di un provvedimento per la rimozione, l’avvio a smaltimento e il ripristino dello stato dei luoghi.
Qualche settimana di attesa e arriva la “doccia gelata” del curatore fallimentare: «Agli atti del fallimento – scrive – non risultano esistenti i beni indicati né in fatto, né nella contabilità disponibile», informando «altresì che il fallimento non dispone di attivo neppure per la copertura delle spese di giustizia».
C’è una sola strada, pertanto. Mettere mano alle casse municipali e provvedere in proprio a smaltire i rifiuti. Eseguite le operazioni, l’amministrazione tenterà ovviamente di ottenere il rimborso dal soggetto inadempiente pur sapendo che le probabilità di restituzione dei soldi anticipati sono piuttosto limitate.
Il piazzale in cui è stato abbandonato il materiale di scarto era infatti utilizzato dalla ditta fallita. Pertanto, a prescindere da chi poi ha abbandonato i rifiuti, la responsabilità ricade in capo ai gestori del capannone e dei relativi spazi esterni. Non è certo la prima volta che il Comune è costretto ad accollarsi spese che i privati non sono in grado di sostenere.