ANCONA – Fiera di San Ciriaco, una settimana dopo: ecco chi erano gli artisti di strada che hanno allietato lo struscio della gente tra il Viale della Vittoria e il centro. Si chiamano Alex Andreoni e Andrea Carnevali. Il primo, a dire il vero, non è nuovo alla scena musicale e culturale cittadina, dato che suonò anche in occasione di un evento – organizzato dai residenti di Capodimonte – dedicato al pittore Francesco Podesti (clicca qui). In tanti, quando lo vedono suonare, per strada, gli fanno notare la sua somiglianza con John Lennon.
Originario di Ancona («vivo al Q2», dice), Andreoni è un musicista (anzi, busker) per passione. Di giorno, lavora infatti come bagnino a Portonovo, mentre di sera Ax (questo il nomignolo affibbiatogli dagli amici) si dedica alla musica. Recentissima la formazione del nuovo duo ˊGreen Shutterˊ, con l’amico Andrea.
«Con Andrea, è nato tutto un po’ per caso. Conosco suo fratello, l’ho sentito cantare e gli ho proposto una collaborazione. Alla musica, invece, mi ci sono avvicinato quando in famiglia si stava a casa di nonna, in campagna. Dopo il pranzo, si usava suonare: o davanti il camino, in inverno, o all’aperto, d’estate. Così – spiega Alex (classe ’95) – mi metto in testa di imparare a suonare la chitarra».
Erano gli anni delle elementari, ma poi Alex lascia. Sarà la professoressa Rita Marchetti, delle Michelangelo Buonarroti, alle Medie, a fargli nuovamente accendere il fuoco della musica: «Trovò il modo di abbinare i numeri alla tastiera. E io che amo la matematica sono stato folgorato», continua.
«Mi potevo finalmente esprimere grazie alla musica. Così, mi iscrivo al Conservatorio Pergolesi di Ancona e poi all’Accademia musicale». Dopo aver frequentato l’Itis Volterra Elia di Torrette, il musicista – che alla fiera di San Ciriaco, qualche giorno fa, ha suonato i Coldplay, Fabrizio De André e i più grandi classici della musica contemporanea, passando per Hallelujah – si laurea alla Siem (Società italiana di educazione musicale) di Macerata.
«Un diploma che ho conseguito grazie a mio fratello. Quando era ricoverato al Salesi – dice – c’era un musicoterapeuta. Mi sono informato e ho scoperto questo mondo. La musica è essenziale per alleviare i dolori dei pazienti. Una neurologa, un giorno, mi ha detto che dove non arriva la medicina c’è la musica. In fondo, siamo tutti un po’ musicoterapeuti di noi stessi. Io ho solo letto qualche libro in più».
È così, Ax: tanto scanzonato e ironico quanto profondo e riflessivo. Nel cassetto, ci sono alcuni progetti musicali e qualche singolo da pubblicare: «I talent? Prima avrei detto di no, ma adesso riconosco che possano essere una vetrina importante per gli artisti. L’importante però è studiare, fare sacrifici, avere un background culturale».
Quindi, il rapporto con Ancona: «Amo il suo mare, mi piace molto. Non penso che chi nasca qui sia svantaggiato». Il duo è abbastanza richiesto nei locali della città, anche in centro. Alex gira con un van color crema da cui non si separa mai. La sua compagna di vita è la chitarra: «Ho imparato da autodidatta, per amore. La musica è un po’ come un’amica, c’è sempre».
Ma sulla trap, commenta: «Se mi chiedono di farla, dico di no. Perché non saprei neppure da dove cominciare. Il mio mito artistico è una creatura multiforme, un Frankenstein. Nel senso che magari sotto l’aspetto ideologico mi piace Bob Marley, fisicamente mi dicono che assomigli a John Lennon, forse per gli occhiali che indosso. Ma dal punto di vista artistico ammiro molto Paul Simon e i testi di Fabrizio De André».