FABRIANO – Demolire le quattro baracche presenti lungo l’alveo del fiume Giano a Fabriano. L’ordinanza emessa dall’amministrazione comunale è stata impugnata innanzi al Tar da due proprietari dei manufatti. Insorgono il comitato Alla scoperta del Giano e il forum Marche Paesaggio che si augurano che il Tribunale amministrativo possa decidere in favore del Comune.
A distanza di due anni, era il 2015 quando la questione venne sollevata e si certificò che quattro delle sette baracche presenti lungo l’alveo del fiume Giano erano abusive. Da allora, ancora queste strutture non sono state demolite.
Nel luglio scorso, l’ordinanza dell’amministrazione comunale con la quale si invitavano i proprietari a provvedere, altrimenti ci avrebbe pensato il Comune imputando le spese ai proprietari stessi. Due di questi hanno deciso di presentare ricorso al Tar e si aspetta ora questa decisione.
Il comitato del Giano ha deciso di dire la propria sull’argomento. «Ci auguriamo un rapido svolgimento dell’iter così che si possa procedere quanto prima alla demolizione di ciò che impropriamente è stato costruito a suo tempo al di fuori della legge, che non solo invade spazi demaniali, ma va a ledere la fruizione di un bene comune e a togliere bellezza e armonia a una parte di città che ha bisogno di essere valorizzata per far recuperare identità, appartenenza e storia ai cittadini che vogliono veder vivere il fiume e il suo corso», si legge nella nota, sottoscritta in pieno anche dal Forum Marche Paesaggio.
Il comitato “Alla scoperta del Giano”, che da sempre si batte per la totale scopertura del fiume, per l’abbattimento delle costruzioni abusive e per un armonico recupero architettonico, «spera anche nella correzione di interventi discutibili dal punto di vista progettuale e si augura che tutto l’impegno di questa Amministrazione comunale sia teso a correggere quanto fatto a oggi e a valorizzare al meglio tutto il percorso del fiume e delle opere che lo fiancheggiano, non ultima la regolamentazione e il collettamento degli scarichi irregolari già individuati lungo il corso del Giano».