«Da quello che mi risulta nelle Marche non c’è nessun comune che ha adottato il Peba-Piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Grazie a noi hanno iniziato a lavorare in tal senso il Comune di Jesi, quello di Ancona, di Civitanova Marche e di Loreto. Ci stiamo battendo molto su questo tema perché si tratta di rispettare la legge: purtroppo in Italia manca lo stato di diritto, cioè, è lo stato, in primis, che non rispetta la sua stessa legge, e questo è molto grave».
Il Piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche, prevede appunto l’abolizione delle barriere. Allora perché anche le nuove costruzioni hanno ostacoli?
«Prevede che comuni o enti rispettino queste prerogative nelle costruzioni precedenti al 1986, perchè si riteneva che quanto costruito dopo fosse a norma. Invece non è così. Purtroppo la legge non viene rispettata, e le Regioni doveva addirittura diffidare gli inadempienti».
Domani (20 aprile, ore 18 a Palazzo dei Convegni) a Jesi un incontro sul tema. Cosa ne pensa?
«Sicuramente aver fatto un conteggio delle criticità è un passo avanti, ma temo che sia la campagna elettorale a smuovere le coscienze. E poi bisogna vedere quanta distanza c’è tra il dire e il fare: quella della disabilità è una tematica vasta: penso ai disabili sensoriali e a quanti limiti hanno in città. Mettere un avvertimento sonoro nei semafori costa poco e aiuterebbe molto queste persone, eppure il più delle volte manca. L’ascensore di via Castelfidardo a Jesi è una costruzione nuova, eppure ha barriere vista la presenza di gradini; la stazione ferroviaria non è accessibile liberamente ai disabili e, questo, me lo hanno segnalato i cittadini. Ma qualcosa si muove e nel Comune di Osimo un consigliere presenterà una mozione sul Peba».