FABRIANO – Dopo un vero e proprio “tour de force” di partite ravvicinate che ha caratterizzato le scorse tre settimane, la Ristopro Fabriano in questo weekend… resta a guardare.
I cartai, infatti, hanno anticipato (e vinto a Nardò) il match dell’ottava giornata di serie B di basket. E resteranno fermi anche domenica 24 novembre, osservando il proprio turno di riposo per via dell’esclusione dal campionato del Lamezia Terme.
In totale sono tre settimane senza partite ufficiali, per poi riprendere a giocare domenica 2 dicembre in casa nel derby contro la Luciana Mosconi Ancona.
E’ il momento giusto, dunque, per tirare un po’ il fiato e conoscere meglio alcuni dei giocatori che sono arrivati quest’anno a Fabriano.
Come il pivot Ivan Morgillo, ventiseienne lungo napoletano di 206 centimetri che in questo inizio stagione sta viaggiando a 8,8 punti e 7,1 rimbalzi di media, con il 61% da due e l’88% ai liberi, cui aggiunge un 2/10 complessivo da tre.
Di fronte ad una calda tazza di tè nella prima vera fredda giornata autunnale di quest’anno, in linea anche con quel tocco di “aplomb” inglese che caratterizza Ivan Morgillo (ed erano anche le 5 del pomeriggio…), ecco la chiacchierata a tutto tondo che è venuta fuori.
Ivan, parlaci un po’ di te e del tuo approccio con il basket. Com’è nato?
«Posso dire tranquillamente che sono nato con la palla in mano… Mio padre Ciro e mia madre Stefania, infatti, giocavano a pallacanestro e si sono conosciuti mentre militavano nelle rispettive squadre ad Avellino. Si sono sposati, è nata mia sorella Laura che inizialmente ha giocato pure lei, poi sono arrivato io e poi mio fratello minore Alessandro che gioca a Senigallia. Insomma, i nostri genitori ci hanno tramandato questa passione per la pallacanestro e quando possono seguono dal vivo le nostre partite».
Il primo contatto con la palla?
«A partire da circa cinque anni ho iniziato le giovanili in squadre locali di Napoli per poi finire con settore giovanile Basket Napoli. Nel 2012 ho iniziato a girare per l’Italia. A Trapani in serie B, poi due campionati nel roster di Avellino serie A1 (con un totale di 32 presenze in panchina e 4 ingressi in campo, nda), una esperienza di crescita molto preziosa, pur giocando poco, al fianco di giocatori di primo piano e in un ambiente professionistico, quindi a Martina Franca in B dove ho raccolto probabilmente le migliori cifre sul parquet, a San Severo in B e lo scorso anno a Lecco, sempre in B. Questa estate è arrivata la chiamata di Fabriano ed eccomi qua».
Tre mesi a Fabriano: che bilancio fai di questo periodo?
«Un’esperienza finora positiva, mi trovo bene. A livello di squadra, mi auguro che abbiamo trovato la giusta quadratura. Il nostro è un gruppo con giocatori e personalità di spessore per la categoria, all’interno del quale spero di aver definito bene il mio ruolo: rispetto all’anno scorso, un po’ più di lavoro sporco e qualche tiro da tre in meno. Per quanto riguarda la società, dirigenti e staff sono super: abbiamo una equipe di medici e preparatori notevole, e questo è un aspetto da non sottovalutare se si vogliono raggiungere obiettivi importanti».
Hai parlato di obiettivi. Quali pensi che possano essere quelli della Ristopro Fabriano?
«Possiamo dire che, eccezion fatta per San Severo che secondo me è la più forte in assoluto di tutte, poi ci sono tante squadre di medio livello che possono puntare a raggiungere i play-off, tra le quali spero che possiamo rientrare anche noi».
Per il momento siete nelle zone nobili della classifica con 6 vittorie e 2 sconfitte: un bilancio giusto?
«Tutto sommato sì. Perché se è vero che a Corato ci è un po’ sfuggito il successo di mano, poi l’abbiamo conquistato in extremis con Porto Sant’Elpidio, per cui le cose si compensano. Sì, bilancio giusto per il momento, senza recriminazioni».
Ora una lunga pausa… come la state vivendo?
«Chi ha qualche acciacco, per recuperare al meglio. Gli altri allenandosi in alcune situazioni in cui il coach ha ravvisato delle lacune. Inoltre un richiamo atletico. Insomma, siamo sereni, ma non dobbiamo assolutamente rilassarci perché dal 2 dicembre in poi arriveranno tre settimane tostissime in cui nell’ordine affronteremo Ancona, Pescara, San Severo e Bisceglie. E vogliamo giocarcele tutte».
Per quanto riguarda te stesso, quali dovranno essere le cose più importanti da fare?
«Rimanere concentrato, dare energia e rimbalzi alla squadra. Cercando di trovare il giusto equilibrio all’interno di una formazione, come dicevo, dal notevole talento offensivo».
Cosa fai quando esci dal campo di basket?
«La musica e la lettura sono i miei hobby. A gennaio mi laureo in Ingegneria, indirizzo Industriale-Energentico, insomma fonti rinnovabili e via dicendo. La mia città, come dicevo, è Napoli. Ma ci sto solo due mesi all’anno. Ed è troppo poco perché Napoli è stupenda. La mia ragazza invece è di San Severo. Che altro…».
Caratterialmente che tipo sei?
«Tutti mi hanno sempre detto che sono il classico “bravo ragazzo”. E penso che sia vero. Un “gigante buono”, insomma: ma sul parquet devo cercare di esserlo un po’ di meno…».
Hai parlato di tuo fratello, anche lui giocatore di basket: c’è feeling tra voi?
«Un bel rapporto. Alessandro ha sette anni meno di me, in un certo senso sono stato un po’ il suo mentore, il fratello maggiore a cui guardare. Stesso ruolo, pivot, così d’estate ci alleniamo insieme. Adesso mi ha superato in altezza…».
Già state pensando al 30 dicembre, quando vi affronterete in Fabriano-Senigallia?
«Abbiamo già giocato contro in un torneo questa estate. Ma, sì, il 30 dicembre ci marcheremo. E ce le daremo… per forza!».
Chiudiamo con un messaggio ai tifosi?
«Non ci possiamo certo lamentare per la presenza di pubblico alle nostre partite… è davvero molto numeroso! Non è da tutti avere così tanti sostenitori. Quello che posso dire loro è che, mantenendo un profilo basso, cercheremo sicuramente di dare sempre il massimo e di arrivare più lontano possibile».