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Ristopro Fabriano: «Una salvezza splendida», dice coach Alessandro Fantozzi (Fotogallery)

Il tecnico livornese in appena un mese ha ricostruito le basi per mantenere la squadra in serie B: «Bravi i giocatori che mi hanno seguito. Devo ringraziare tutti, specialmente i tifosi che sono stati impareggiabili»

La grande gioia dei tifosi della Ristopro Fabriano per la salvezza in serie B appena ottenuta (foto di Martina Lippera)
La grande gioia dei tifosi della Ristopro Fabriano per la salvezza in serie B appena ottenuta (foto di Martina Lippera)

FABRIANO – Salvezza doveva essere e salvezza è stata. La Ristopro Fabriano ha centrato l’obiettivo che, da matricola, si era data ad inizio anno: la permanenza in serie B. Prima sotto la guida di coach Daniele Aniello (9 vittorie e 18 sconfitte), poi, dopo le sue dimissioni, la conduzione tecnica è stata affidata a coach Alessandro Fantozzi, che – arrivato a Fabriano appena il 28 marzo – ha portato a termine brillantemente l’opera centrando tre vittorie nelle cinque partite in cui si è seduto sulla panchina biancoblù, tra cui quelle decisive che la Ristopro ha ottenuto ai play-out battendo 2-0 l’Udas Cerignola.

Il successo per 68-59 in gara-2 di ieri sera – mercoledì 2 maggio – sul “neutro” di Recanati (vista la squalifica del PalaGuerrieri) ha coronato il sogno salvezza della squadra fabrianese, con settecento tifosi festanti al seguito che hanno potuto gioire per la permanenza in serie B.

Coach Alessandro Fantozzi, ripartiamo da qui: il giorno dopo, passata la grande euforia respirata a caldo, quale sono le sue sensazioni per aver centrato questo obiettivo?
«Ovviamente splendide. Esseri riusciti nell’impresa di fronte ad un pubblico così, poi, è stato davvero il massimo. Ogni vittoria, dall’Eurolega all’ultima serie, è qualcosa di eccezionale e gratificante, perché significa aver portato a termine quanto era stato prefissato. Io, da parte mia, non ci ho mai dubitato. Anche perché dubitare significa indebolirsi. Da quando sono arrivato a Fabriano, non ho mai pensato che l’obiettivo salvezza non fosse raggiungibile. Finché non suona la sirena, non è finita. Questo me l’ha insegnato la mia lunga esperienza. E così è stato, anche stavolta».

E allora ritorniamo indietro a poco più di un mese fa, il 28 marzo, quando prese in mano la squadra fabrianese in seria difficoltà a poche giornate dal termine della stagione. Com’è stato il suo approccio a questa esperienza sulla panchina della Ristopro?
«Premetto che la sera prima, quando mi è arrivata la chiamata da Fabriano, ho subito accettato con entusiasmo. Sapevo che sarebbe stata una sfida difficile, ma la piazza e la situazione erano molto stimolanti. Il primo punto che ho affrontato è stato: come poter intervenire in così breve tempo. Ho impostato il lavoro come se si fosse trattato di un mini campionato di un mese, cercando di costruire rapidamente alcune situazioni che dessero certezze alla squadra sia dal punto di vista tecnico che mentale, partendo proprio dall’abc. Ho cercato, insomma, di restituire un’identità unitaria alla squadra, che probabilmente aveva perso in seguito alle situazioni di scoramento che si erano verificate. Lo scopo era arrivare ai play-out nelle migliori condizioni possibili. Dopo la sconfitta a Pescara, con i ragazzi sono stato abbastanza duro, e devo dire che loro sono stati bravi a capire questa mio durezza e a seguirmi. Dopodiché sono arrivate tre vittorie di fila. E la salvezza».

Durante i play-out contro Cerignola, la sua squadra ha avuto il controllo di entrambe le partite, sempre avanti, anche di tredici punti in tutti e due i match. La difesa è stata probabilmente il fattore più importante? (Fabriano ha subito 62 punti in gara-1 e appena 59 in gara-2, nda)
«Nelle ultime partite di regular season abbiamo effettuato difese, potremmo dire, scolastiche. Ai play-out, sì, abbiamo inserito alcuni concetti più tattici, mescolando diverse difese da presentare agli avversari per cercare di metterli in difficoltà».

Tra l’altro, coach, una curiosità: mentre lei ieri sera raggiungeva la salvezza alla guida di Fabriano, il suo collega Walter De Raffaele vinceva la Europe Cup alla guida di Venezia. I due play di Livorno di fine anni Ottanta, trionfanti la stessa sera, alla stessa ora…
«Beh, diciamo che la vittoria di Walter è di un livello “assoluto” superiore a quella che ho ottenuto io. Ma, ritornando al discorso che facevamo all’inizio, se consideriamo che ogni vittoria a qualsiasi categoria rappresenta il raggiungimento dell’obiettivo prefissato, allora il valore “relativo” è lo stesso. E, sì, è davvero una coincidenza curiosa».

Coach, sono passate solo poche ore dalla fine del campionato, ma già la sempre affamata piazza cestistica fabrianese guarda avanti e si domanda: le piacerebbe rimanere a Fabriano anche l’anno prossimo?
«La società farà le sue valutazioni e poi ne parleremo insieme: nell’immediato godiamoci questo risultato che abbiamo appena ottenuto. Quello che posso dire è che in questo mese o poco più trascorso a Fabriano sono stato benissimo, è stata un’esperienza molto positiva che sono contento di aver intrapreso: sia per i rapporti con i dirigenti e le persone che gravitano intorno alla squadra a livello organizzativo, che ringrazio tantissimo, sia per il calore del pubblico. Mi sento anche di ringraziare i miei assistenti Max Milli e Fabio Panzini, tutto lo staff che ci è stato al fianco, dal medico, al preparatore, ai massaggiatori, a tutti i collaboratori… E permettimi di fare un ringraziamento speciale ai tifosi fabrianesi, ci hanno seguito e sostenuto in maniera impareggiabile: grazie a tutti loro, davvero».

Alcune immagini della vittora di ieri sera