FABRIANO – «Purtroppo per un guasto all’impianto di riscaldamento siamo stati costretti a sospendere l’attività della biblioteca. Le temperature sono troppo basse e proibitive sia per il personale che per gli utenti». Questo l’avviso reso noto attraverso i canali social, oltre che con un cartello affisso all’ingresso della Biblioteca civica Romualdo Sassi di Fabriano, sede nei locali del Loggiato San Francesco. «Presto un incontro con la ditta che gestisce l’impianto per trovare una soluzione rapida al problema», le rassicurazioni del Sindaco della città della carta, Gabriele Santarelli.
Le parole del sindaco
«Quando in piena stagione si rompe una caldaia da 24 mila euro (abbiamo già fatto il preventivo per l’eventuale sostituzione) e non si trovano i pezzi di ricambio perché, dice la ditta, il modello è vecchio diventa difficile intervenire rapidamente come giustamente viene richiesto per dare continuità ad un servizio così importante. Secondo il contratto la ditta ha l’obbligo della manutenzione ordinaria e straordinaria, ma non della sostituzione, curioso. Comunque nell’incontro che avrò molto presto, cercherò di sollecitare un intervento immediato anche fosse solo per tamponare la situazione in attesa di sostituire l’impianto. Nella speranza che questo tipo di caldaia sia prontamente disponibile», le parole del Primo cittadino di Fabriano, Gabriele Santarelli.
L’opposizione
Come spesso accade, anche su questo argomento, si sono scatenate polemiche politiche. «La chiusura della Biblioteca Multimediale R. Sassi, per “un guasto all’impianto di riscaldamento” che perdura da un tempo non meglio precisato, si va ad aggiungere al già lungo elenco di chiusure determinate da questa amministrazione – le parole del consigliere di Associazione Fabriano Progressista, Vinicio Arteconi -. E non meglio precisato è il tempo della chiusura che si prospetta per quello che ad oggi è l’unico vero luogo di aggregazione giovanile del centro storico, al quale associazioni e volontari danno il loro contributo da anni. La situazione ha ovviamente suscitato preoccupazione anche per la ricaduta occupazionale del personale che, come tanti lavoratori precari del settore culturale, ha vissuto due anni di grande incertezza tra chiusure e riduzioni di orario. La serrata andrà ad influire negativamente sul livello di partecipazione culturale della città e ad ampliare il divario sociale in termini di istruzione tra chi possiede mezzi tecnologici ed economici e chi non li ha. Dopo due anni di DAD e di problemi relativi all’edilizia scolastica ed ai trasporti, arriva un altro duro colpo al diritto all’istruzione e alla cultura. Anche in questa occasione non c’è nessuna chiarezza sulla tempistica e sulle risorse da impegnare per la soluzione del problema».