VALLEFOGLIA – «Io ritengo che i biodigestori siano necessari, non tanto nel Pesarese quanto nell’economia circolare in generale, ma la loro collocazione non è decisa dalla Regione: ho cercato di spiegare che il problema vero consiste nella mancanza di un Piano d’Ambito provinciale dei rifiuti approvato, per cui si lascia alla libera iniziativa dei gestori locali privati la presentazione nel territorio delle proposte per realizzare gli impianti che, invece, se programmati dai Piani d’Ambito provinciali ben definiti, potrebbero essere incanalati anche su gestioni pubbliche che sarebbero più opportune».
Così l’assessore regionale Stefano Aguzzi puntualizza riguardo il biodigestore di Vallefoglia, in risposta a una interrogazione della consigliera Micaela Vitri che chiedeva «l’orientamento dell’amministrazione regionale in merito alla necessità di realizzare un biodigestore nella provincia di Pesaro e Urbino e al sito della sua eventuale collocazione». Questo a seguito di oltre 5000 mila firme raccolte per dire “no” al biodigestore nella piana di Talacchio.
«In tutto questo, comunque, la Regione è coinvolta molto marginalmente: l’ente regionale ha un suo Piano dei rifiuti in vigore, approvato da anni, che stiamo cercando di aggiornare e adattare alle esigenze dei tempi attuali, ma per quanto riguarda la scelta dei siti la Regione non c’entra nulla e nulla ha a che fare con l’iter autorizzativo.
La Regione siede al tavolo che fornisce il parere sulle energie prodotte all’interno dei biodigestori, non sulla realizzazione dell’impianto, tanto meno sulla localizzazione di essi. All’interno della Conferenza dei Servizi, sono la Provincia, l’Arpam, l’Asur e il Comune a doversi pronunciare sull’idoneità del sito e dell’attività.
Il procedimento fa capo completamente alla Provincia e nel momento in cui la Conferenza dei Servizi autorizza l’eventuale progetto presentato questo automaticamente funge anche da variante: nel caso della Provincia di Pesaro e Urbino e del Comune di Vallefoglia, il luogo indicato per la realizzazione del biodigestore è all’interno di un’area industriale, quindi già vocata allo sviluppo di questa attività, che addirittura già prevede anche siti per il riutilizzo dei rifiuti, iniziativa pensata dai Comuni di quel territorio per lo smaltimento di residui di falegnameria e altre attività insediate in quel territorio. Attualmente, a Vallefoglia, c’è un’attività avviata su richiesta del gestore del servizio smaltimento rifiuti della provincia di Pesaro e Urbino, che sta producendo uno screening di Via, come richiesto dalla Provincia stessa.
Capisco il senso dell’interrogazione del consigliere Vitri, ovvero spostare sulla Regione la responsabilità di una scelta che non le compete: comprendo l’imbarazzo di un amministratore di quel territorio appartenente alla stessa area politica che governa molti comuni, l’amministrazione provinciale ed esprime anche la governance della società che ha manifestato l’intenzione di attuare l’intervento. Comprendo che di fronte alla preoccupazione dei cittadini e dei territori Vitri tenti di spostare l’attenzione sulla Regione, ma ribadisco che non è la Ragione a decidere la collocazione degli impianti di biodigestione».