BORGO PACE – La sindaca vuole salvare la scuola del suo piccolo Comune e scrive al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L’Ufficio scolastico regionale delle Marche ha stabilito che per il prossimo anno i nuovi iscritti alla scuola primaria di Borgo Pace vengano trasferiti nelle classi della vicina Mercatello sul Metauro, andando così a sancire in pochi anni la chiusura della scuola a Borgo Pace.
Il sindaco Romina Pierantoni dopo aver cercato risposte e motivazioni per questa scelta non ne ha trovate e così ha scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Una lettera accorata, dove emerge la voglia di lottare per il futuro del suo comune ma traspare anche un velo di tristezza e rabbia per il ruolo nel quale sono relegati i piccoli comuni, i cui cittadini sembrano essere visti come di Serie B.
LA SITUAZIONE A Borgo Pace ci sono due pluriclassi per un totale di 21 bambini. La direzione generale dell’Ufficio scolastico regionale dice che i 3 bambini borgopacesi iscritti alla prima elementare servono a autorizzare la classe prima di Mercatello, dove gli iscritti sono 14, dicendo che il numero minimo per formare una classe è di 15 alunni. L’art. 10 del DPR 81 del 2009 – Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola- stabilisce invece la possibilità della pluriclasse con almeno 8 bambini e la possibilità di fare una classe distaccata da 10 alunni in su. L’Ufficio scolastico regionale nega questa possibilità scegliendo il trasferimento dei nuovi iscritti, scelta che in pochi anni andrà a sancire la chiusura della scuola.
Da Ancona replicano che gli alunni possono spostarsi di comune entro i quattro chilometri per raggiungere la scuola e tra il centro di Borgo Pace e Mercatello la distanza sarebbe rispettata. Il comune di Borgo Pace è però molto ampio, 55 chilometri quadrati con sei frazioni ed è popolato in tutta la sua estensione, quindi la distanza è di molto maggiore. Due delle nuove iscritte si troverebbero a dover percorrere 22 chilometri al giorno per frequentare la prima elementare.
LA LETTERA «Egregio Presidente accolga il mio grido di disperazione: non ce la faccio più a combattere – ha scritto il sindaco Pierantoni al Presidente Mattarella –. Oggi più che mai la nostra missione di sindaci è quella di combattenti. Presenti e attivi per le nostre comunità e per il nostro territorio a fianco di quello Stato che a volte non solo sentiamo lontano ma percepiamo come maggior avversario! Sempre a difenderci, a perdere ogni giorno qualche battaglia, da soldati obbedienti al proprio sistema e a quel capo, il Governo, che alla fine avvertiamo come il nostro maggiore nemico. Lei può salvarci. Può riportare dalle parole ai fatti la questione dell’importanza della scuola nei piccoli comuni, il valore delle aree interne in cui l’etica ancora esiste! Per noi il futuro è nero, o peggio, non esiste. Egregio Presidente Le sarei veramente molto grata se potesse ricevermi per ascoltare e aiutare una povera sindaca di montagna disperata che vorrebbe solo garantire la scuola ai suoi bambini e un futuro alla sua comunità e cancellare tutta la mia amarezza e sfiducia per continuare a essere a servizio della mia gente, del mio Stato».
IL RUOLO DEI PICCOLI COMUNI «Si fa un gran parlare di piccoli comuni e di puntare sui borghi ma alle parole seguono scelte contrarie -dice la Pierantoni-. Si stanno minando le basi del vivere nei piccoli borghi: arrivare in pochi anni alla chiusura della scuola vuol dire privare un comune della sua identità, delle sue radici e dello slancio verso il futuro. Forse sarebbe ora che, invece di spendere parole vuote sulla volontà di rilanciare i piccoli borghi, si facessero azioni concrete per i territori di montagna e i comuni più piccoli. A Borgo Pace da più di quarant’anni c’è una pluriclasse che accoglie tutti i bambini: come posso pensare di far sopravvivere il mio piccolo comune se portano via la scuola? Come possiamo avere appeal per chi vuole trasferirsi qui? È arrivato il momento che le decisione vengano prese da chi conosce davvero i territori e non da chi, dietro una scrivania, guarda solo i freddi numeri».