OSIMO – Sei classi del liceo Scientifico Corridoni Campana di Osimo hanno preso parte alla lezione tenuta da Luca Russo, analista forense, impegnato da anni alla lotta dei crimini informatici, pedofilia e cyberbullismo, che porta nelle scuole il suo progetto, “Ragazzi in rete”, organizzazione vicina ai ragazzi e a tutte le vittime di reati informatici.
«Si è parlato della superficialità nell’uso dei social e quanto può accadere con l’uso dei telefoni perché le sim sono intestate ai genitori. Esiste il rischio di trovarsi papà indagato per il reato di pedopornografia anche se l’invio è stato fatto dal figlio: come trofeo, spesso e soprattutto quando si lasciano, giovanissimi inviano foto della propria ex nuda ad amici e gruppi. È detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. Poi mi hanno fatto domande dirette sull’utilizzo del telefonino, un ragazzo in media lo sua tra le quattro e le sei ore e accavalla l’uso del telefonino alle cose importanti che potrebbe essere il pranzo o lo studio». Ad affermarlo è lo stesso Russo, che si occupa di indagini informatiche dal 2004 collaborando a molti casi di rilievo anche nazionale (l’ultimo l’omicidio di Pierina Paganelli a Rimini), ha fatto riaprire il caso Liliana Resinovich a Trieste e adesso si sta occupando di quello di Alessandra Ollari scomparsa da Parma nel giugno scorso.
Onesti e spontanei i ragazzi che si sono aperti raccontando anche le loro storie: «Non sottovalutiamo questa generazione che è molto più avanti di quanto non immaginiamo, i veri limiti vengono posti dal comportamento di noi adulti nelle nostre case».
Russo ha terminato l’incontro facendo leva su aspetti come l’empatia e la fragilità: «Quest’ultima non deve essere vista come un punto debole ma di forza per prendere consapevolezza della grandiosità che c’è intorno a noi. La fragilità deve farci sentire forti». A gennaio sono già stati fissati incontri a Castelfidardo per ragazzi e genitori e in seguito se ne sta organizzando un altro, con la partecipazione di un magistrato, un consigliere del Csm, su legalità, femminicidio e fasce deboli. «L’argomento purtroppo si rinnova perché ogni anno accadono fatti che spingono le istituzioni a continuare a sensibilizzare su tali temi».