FABRIANO – Messaggio di Natale rivolto a chi combatte la pandemia, alle famiglie, ma anche alle donne vittime di violenza, ai profughi, ai coniugi separati, ai malati, ai terremotali e ai disoccupati. È un messaggio a tutto tondo quello che il vescovo delle diocesi di Camerino-San Severino-Fabriano-Matelica, mons. Francesco Massara, indirizza ai fedeli.
«Carissimi fratelli e sorelle, ci troviamo nell’imminenza di un Natale ancora segnato dal protrarsi della pandemia e dalla carenza di quei gesti spontanei di prossimità ai quali eravamo abituati. Egli viene nonostante il perdurare di quest’emergenza e sceglie ancora di nascere lì dove non ce lo saremmo mai aspettato: nella precarietà delle nostre relazioni, nell’angoscia delle nostre solitudini, nella vulnerabilità delle nostre famiglie, nell’inadeguatezza delle nostre comunità. Gesù viene in un contesto storico in cui, a motivo della nostra fede e della nostra esperienza cristiana, questo può diventare il migliore Natale della nostra vita: se infatti siamo capaci di togliere la “mascherina” dell’ipocrisia, saremo capaci di riconoscere la Sua visita strana ma sincera e ci si svelerà il mistero che la Sua nascita porta con sé».
Quindi, Buon Natale «cara Famiglia luogo dell’accoglienza e del gusto essenziale. A voi, donne vittime di violenza, vittime di quell’aggressività che non fa rumore, né provoca lividi, ma lascia sempre il cuore e la mente a pezzi. A voi, coniugi separati, come comunità di credenti, sentiamo di condividere con voi il vostro dolore che ci tocca profondamente perché investe qualcosa che riguarda tutti, cioè l’amore inteso come il sogno e il valore più grande della vita. A te che soffri a causa di qualsiasi infermità, a quanti, combattendo in solitudine il loro dolore, hanno il cuore ferito pensando alle carezze perdute e agli abbracci mancati. A voi, medici, infermieri, operatori sanitari e volontari che vi prendete cura delle tante ferite visibili e invisibili e che, con il vostro servizio e le vostre amorevoli cure, ci ricordate che la vita è un valore da benedire e custodire sempre, anche nel momento del dolore e della sofferenza. A voi, disoccupati e terremotati: sebbene il sogno di un lavoro sicuro e l’ansia di garantire una casa alle vostre famiglie accrescono la preoccupazione per il vostro futuro, vi chiedo di non stancarvi di reclamare la giustizia della ricostruzione e di un lavoro dignitoso. A voi, profughi, immigrati, paesi e città dell’Occidente. A te Chiesa in cammino come la Santa Famiglia di Nazareth: che tu possa uscire dal recinto di una “fede” spesso praticante ma non credente, e sii sempre più sinodale, in uscita, aperta al dialogo e all’ascolto reciproco. A tutti e a ciascuno, giungano i miei semplici e cordiali auguri di buon Natale», conclude mons. Massara.