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Buoni alimentari: domande in calo nell’Ambito 10

Sono 530 le domande giunte dai residenti di Fabriano, 117 domande a Sassoferrato, 45 a Cerreto D’Esi, 13 a Genga e 7 a Serra San Quirico. Una flessione rispetto ai due precedenti bandi della scorsa primavera

FABRIANO – Sono 530 le domande giunte all’Ambito 10 di Fabriano, dai soli residenti della città della carta, per poter beneficiare dei voucher alimentari. I bonus si potranno utilizzare fino al 21 gennaio 2021.

I voucher sono stati consegnati in questi giorni alle famiglie che sono in difficoltà per il protrarsi dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Coronavirus. Ai richiedenti residenti a Fabriano si aggiungono 117 domande a Sassoferrato, 45 a Cerreto D’Esi, 13 a Genga e 7 a Serra San Quirico.

Complessivamente ai Comuni dell’Ambito Territoriale 10 vanno 264mila euro: per Fabriano 166.239,42 euro, per Cerreto d’Esi 24.097,58 euro, per Genga 9.483,71 euro, per Serra San Quirico 18.393,42 euro, per Sassoferrato 46.390,07. La stessa somma era già stanziata in occasione della prima e della seconda tornata di distribuzione risorse per i voucher alimentari per le famiglie bisognose previste nella scorsa primavera quando arrivarono tra Fabriano, Sassoferrato, Cerreto D’Esi, Genga e Serra San Quirico, quasi 400 domande in più rispetto a quelle già presentate nell’ultima settimana.

«Il buono spesa va da un minimo di 150 euro a un massimo di 450 – dichiara Lamberto Pellegrini, coordinatore d’Ambito 10 di Fabriano – e al momento tutte le richieste sono finanziate, non c’è lista di attesa». Un aiuto che permetterà a tante famiglie di trascorrere questo particolare Natale potendo contare su un’entrata extra che permetterà di poter vivere con un po’ più di serenità questo periodo natalizio ormai imminente.

Solo alcuni giorni fa il presidente di Confcommercio Fabriano, Mauro Bartolozzi, aveva lanciato l’allarme circa la possibile chiusura, nel nuovo anno, di diverse attività commerciali. Tra problemi di natura economica con gli incassi dimezzati e l’incertezza che si respira molti piccoli imprenditori sono arrivati alla conclusione che l’unica soluzione è mettere un punto fermo e voltare pagina. Da qui l’appello ai residenti per comprare non online, ma nei negozi della propria città.