OSIMO – La sconfitta contro l’Anconitana non ha tolto il sorriso al presidente giallorosso Antonio Campanelli. La sfida con i dorici tornava dopo 36 anni di lunga attesa ed è stata un evento spettacolare al di là del risultato maturato sul campo. E rivedere lo stadio Diana pieno di gente (con circa 1300 spettatori) ha fatto tornare alla memoria gli anni d’oro della grande Osimana, quando lo stadio era una tappa fissa del fine settimana.
«Non sono arrabbiato – spiega Campanelli – perché prevale la gioia di aver rivisto tanta gente al Diana come negli anni ‘80. Sabato ho ritrovato un po’ di quell’atmosfera, è stata una sensazione bellissima, mi sembrava di essere tornato ragazzino, il mio sogno è riportare l’Osimana a rivivere quelle sensazioni e quelle partite».
L’obiettivo quindi è il salto di categoria già da quest’anno?
«Abbiamo fatto uno sforzo economico importante per allestire la rosa, forse non nell’anno giusto considerando la presenza di una big come l’Anconitana, ma abbiamo trovato nuovi sponsor e nuovo entusiasmo e dobbiamo almeno centrare i play-off. Mi sono preso due anni sabbatici per dedicarmi a tempo pieno all’Osimana, vediamo che succede».
L’Eccellenza è l’obiettivo, la serie D il sogno proibito?
«La società al momento è pronta per affrontare un campionato di Eccellenza, non ancora per la serie D che è un professionismo mascherato e richiederebbe un impegno economico e organizzativo che al momento non possiamo garantire. Per prima cosa ci mancano le strutture, abbiamo solo un campo funzionante d’inverno che condividiamo con altre due squadre, per un settore giovanile con 300 iscritti è insufficiente. Senza parlare poi dei campanilismi con le realtà sportive delle frazioni, una situazione che danneggia tutti. Se ci fosse unità d’intenti potremmo costruire qualcosa di veramente importante».
Tornando al derby, l’Osimana può recriminare…
«Siamo stati condannati da un episodio dubbio e opinabile. E c’è stata anche molta sfortuna. Avevamo due defezioni in difesa alla vigilia e poi abbiamo avuto due infortuni durante la partita sempre nello stesso reparto. Però nel complesso le cose positive sono state decisamente superiori alla delusione. Abbiamo giocato alla pari contro una corazzata. A fine partita sono entrato negli spogliatoio e ho detto ai ragazzi che ero orgoglioso di loro. E anche tutti gli osimani dovrebbero esserlo».
Si è riaccesa in città la voglia di calcio?
«Grazie al derby si può dire che Osimo si è riavvicinata all’Osimana. Ho parlato con il mister, ora le prossime due partite saranno importanti per tenere viva questa fiamma. Sta a noi non spegnerla».