ANCONA – Crolla nelle Marche la produzione di miele a causa della mancanza di pioggia e del caldo anomalo. A lanciare l’allarme è la Coldiretti regionale che stima un calo del “raccolto” fino al 40 per cento. La situazione peggiore si registra sulle essenze spontanee, a partire dal millefiori, dove la produzione è stata di fatto cancellata dalla siccità. Male anche l’acacia, mentre va leggermente meglio per il girasole, pur se un po’ tutte le varietà presentano il segno meno.
Il crollo dei raccolti apre le porte alle importazioni di miele di minore qualità con gli arrivi dall’estero che hanno già raggiunto a livello nazionale oltre 7000 tonnellate nei primi quattro mesi del 2017, sempre secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Se il trend sarà confermato, sugli scaffali due barattoli su tre saranno stranieri. Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica.
Il miele prodotto sul territorio nazionale è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Regione Marche, l’apicoltura conta oggi nella nostra regione circa trentaseimila arnie. A gestirle sono quasi 1.400 apicoltori ma di questi appena il 2 per cento lo fa in maniera professionale, anche se è da loro che viene quasi la metà del prodotto regionale. Il resto è rappresentato da apicoltori semiprofessionali (20 per cento) e hobbysti (78 per cento). Il valore della produzione si aggira sui 2,4 milioni di euro.