Macerata

Camerino e la ricostruzione, il sindaco: «Guardiamo alla nostra città con la speranza sostenuta da atti concreti»

Camerino è uno dei simboli della seconda e terza scossa della sequenza sismica che otto anni fa devastò il Centro Italia

MACERATA – Uno dei centri storici più danneggiati dalla scossa del 26 ottobre 2016 sta finalmente rinascendo. Camerino, in provincia di Macerata, è uno dei simboli della seconda e terza scossa della sequenza sismica che otto anni fa devastò il Centro Italia, a partire dalla notte del 24 agosto 2016. I due terremoti del 26 ottobre, ai quali seguì poi quello del 30 ottobre con il crollo della cattedrale di San Benedetto di Norcia e la distruzione di moltissimi paesi, segnarono profondamente l’entroterra marchigiano, andando ad aggravare e a determinare nuovi danni in un territorio vastissimo, un terzo dell’intera regione.

«Camerino è una di quelle situazioni apparentemente impossibili e che si stanno sbloccando grazie a un grande lavoro di squadra tra istituzioni – commenta il Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli -. Insieme al presidente Francesco Acquaroli, che non ha mai smesso di vigilare sulla ricostruzione delle aree del cratere ponendo la massima attenzione al tema delle aree interne e montane della regione, e al sindaco Roberto Lucarelli, coadiuvati dall’Ufficio speciale ricostruzione, siamo riusciti a trovare la chiave di volta normativa e operativa per il rilancio di uno dei centri storici più storici e più danneggiati del cratere. Per farlo al meglio abbiamo anche incontrato ed ascoltato con grande attenzione le istanze della Sovrintendenza e dei cittadini stessi, che chiedono tutela dell’identità storico-architettonica della loro città. Il quadro dei dati che forniamo oggi rende bene il cambio di passo in atto ma stiamo lavorando ulteriormente per far sì che tutto proceda nel migliore dei modi, anche in vista dei progetti di sviluppo che interessano il territorio di Camerino grazie a Next Appennino. Stiamo ricostruendo Camerino “com’era” ma anche “come sarà”, così da trasformare il dramma del sisma in un’occasione di rilancio per tutto il territorio. Solo così potremo provare a contrastare l’inverno demografico e la crisi climatica che affliggono anche questa parte d’Italia: non può esserci sviluppo né tutela dell’ambiente senza la presenza umana e per trattenere e incentivare la residenzialità occorre una visione di futuro, che passa attraverso l’innovazione, la ricerca e la viabilità, anche grazie al Governo Meloni che ci ha consentito di investire ulteriormente in una struttura viaria fondamentale come la Pedemontana, con i lavori appaltati già nel 2023».

«Guardiamo alla nostra città con la speranza sostenuta da atti concreti. Insieme al Commissario Castelli e alla Regione Marche si stanno raccogliendo i primi frutti del lavoro, rappresentati dalle gru presenti nel centro storico. I numeri sono positivi in un’ottica di ricostruzione del nostro patrimonio immobiliare privato. Anche la ricostruzione pubblica avanza, con tanti lavori in corso di completamento e altri che stanno iniziando. Gli anniversari servono per fare un bilancio che è positivo, con una ricostruzione che è avviata, grazie al commissario Castelli e al presidente Acquaroli ma anche ai cittadini che partecipano attivamente a questo processo. Il 2025 sarà l’anno della ricostruzione pubblica. Camerino, insieme anche alla Diocesi e all’Università e grazie all’ottimo lavoro svolto dal Rettore Leoni e dall’Arcivescovo Massara, punta a diventare ancora più bella, sicura e attrattiva», ha dichiarato il sindaco Roberto Lucarelli.

La ricostruzione privata. Nel quadro già positivo delle Marche, con oltre 18 mila domande di ricostruzione privata presentate, 6900 cantieri in corso di cui 4800 già conclusi e oltre mezzo miliardo liquidato per i lavori, Camerino, pur nella complessità della sua situazione, non fa eccezione. Le domande di ricostruzione aggiornate a ottobre di quest’anno sono 890, con 590 cantieri autorizzati (oltre la metà sono per danni gravi) di cui 293 conclusi. Focalizzandoci sul centro storico, dove si estende la zona rossa più grande del cratere, l’opera programmatica messa in campo dal Commissario Castelli in sinergia con la Regione, attraverso l’USR, e il sindaco Roberto Lucarelli, mostra i suoi frutti. Il centro storico è stato diviso in aree, così da gestire logisticamente e temporalmente i mezzi pesanti necessari alla ricostruzione delle abitazioni. L’efficacia di questo approccio è dimostrata dai numeri del primo “anello” di cantieri: su 68 progetti previsti, 67 sono stati presentati, con oltre il 61% che ha già ottenuto la concessione. Sette interventi sono stati completati e 21 cantieri sono attualmente operativi. Sono inoltre già pervenuti diversi progetti anche delle Fasi 2 e 3 del piano di cantierizzazioni, che sono articolate come segue: nella Fase 2 sono attesi 26 progetti (di cui 6 arrivati) mentre per la Fase 3 sono attese 39 pratiche, di cui 13 già presentate.

La ricostruzione pubblica. In tutto il territorio comunale, lo sblocco della privata va di pari passo con quello della ricostruzione pubblica. Il piano delle opere pubbliche mostra un quadro incoraggiante: il 50% degli interventi è in fase di progettazione, il 15% ha avviato i lavori e l’11% è già concluso. Particolare attenzione è stata dedicata al quartiere Vallicelle, il più popoloso di Camerino prima del sisma, dove oltre alle previsioni per evitare ulteriore consumo di suolo, è stata studiata la soluzione, tramite Ordinanza speciale del Commissario Castelli, che prevede l’interramento della linea dell’alta tensione in modo da consentire numerosi interventi che attendevano da anni una soluzione allo stallo.

Anche in centro storico la ricostruzione pubblica avanza. Dopo la demolizione dell’Ex tribunale, procede il progetto esecutivo del palazzo comunale e del teatro Filippo Marchetti. Particolare attenzione è dedicata anche alla Rocca, in fase di progettazione, e alla realizzazione del parcheggio, infrastruttura essenziale per garantire l’accessibilità al centro storico i cui lavori saranno affidati entro fine anno.

La scuola Betti. I lavori sono ad un punto avanzato ed entro la fine dell’anno verrà ultimata la parte scolastica con la sistemazione delle aree esterne. L’intervento della scuola Betti, che vale 12 milioni di euro, si estende su circa 4700 mq, divisi tra materna (2 sezioni per 60 alunni), elementare (10 classi per 250 alunni) e medie (9 classi per 225 alunni).

L’Università di Camerino. Baluardo di resilienza fin dai primi momenti del terremoto, l’ateneo di Camerino sta attuando con risultati eccezionali la propria Ordinanza speciale, il che si traduce in spazi rinnovati e sicuri che tornano a disposizione degli studenti e della città: il Polo Studenti Ex Magistrali è stato completato e consegnato nell’ottobre 2023. Altri tre progetti, “San Domenico”, “Palazzo Ribechi” e “Granelli e studentato”, sono attualmente in fase di esecuzione lavori. Il Palazzo Battibocca è in procinto di avviare il procedimento di gara per i lavori, e il Palazzo da Varano sta finalizzando il progetto esecutivo. Di particolare rilievo anche l’intervento sul Fazzini, uno dei collegi più grandi di Unicam, recentemente potenziato grazie agli incrementi definiti con Ordinanza in Cabina di coordinamento.

Il patrimonio religioso. Procede l’impegno non solo della Struttura commissariale ma anche dell’Arcidiocesi di Camerino-San Severino, guidata dall’Arcivescovo Francesco Massara, per la ricostruzione materiale e sociale. Un esempio virtuoso di questo impegno è stato il Centro Pastorale Diocesano. Ricostruito e rinnovato in modo tale da essere spazio polifunzionale, il nuovo centro inaugurato quest’anno ha anche camere per ospitare studenti. Un luogo di ritrovo intergenerazionale alle porte della città. È stato inoltre sbloccato il Duomo di Camerino, grazie alla sinergia tra il Commissario Castelli, l’Arcivescovo Francesco Massara e la Soprintendenza, che ha consentito di individuare tutte le necessarie premure per garantire la qualità degli interventi di restauro di uno dei simboli della città, Il progetto ha ottenuto così il via libera dalla Conferenza dei servizi. Si sottolinea che tutti gli interventi inseriti nell’ordinanza 105 dedicata ai luoghi di culto, di cui 24 nella località di Camerino, sono stati avviati. Oltre il 50% degli interventi ha le procedure di progettazione in corso e quasi il 30% ha avviato i lavori.

La sicurezza del territorio. A Camerino, similmente ad altri Comuni gravemente colpiti dal sisma, si pone anche il tema della sicurezza idrogeologica del territorio. Dopo approfonditi studi si sta definendo la delocalizzazione della frazione di Nibbiano, dove insiste una frana preesistente al sisma ma aggravata dalle scosse del 2016. Il rischio emerso dallo studio è risultato così elevato da rendere necessaria la delocalizzazione di tutte le abitazioni. Una scelta delicata che va nella direzione della tutela dei cittadini e parte dalla consapevolezza che l’Appennino centrale è un territorio geologicamente giovane e quindi maggiormente soggetto a questo tipo di problematiche.

Riparazione sociale ed economica. Il rilancio di Camerino passa anche attraverso finanziamenti aggiuntivi e complementari alla ricostruzione materiale e in particolare dai fondi del Piano nazionale complementare sisma. Sul fronte del sostegno alle imprese, attraverso il programma Next Appennino, sono stati attivati finanziamenti per 10 progetti a Camerino: due di innovazione, 6 per lo sviluppo di piccole e medie imprese di cui una relativa al settore turistico e ulteriori due progetti nel campo della formazione e dello sport, per un totale di oltre 1,6 milioni di euro di agevolazioni concesse. Sul fronte degli investimenti pubblici del Pnc sisma, si segnalano invece 1,3 mln per la rigenerazione urbana e territoriale e 396 mila euro per la viabilità tra viale Leopardi e viale Betti.

Nella rigenerazione urbana sono ricomprese aree giochi, stazioni di ricarica per veicoli elettrici, parchi urbani (anche a Vallicelle) e la riqualificazione della Rocca Borgesca e del centro sportivo Le Calvie. Inoltre, Camerino è capofila di una delle tre Comunità energetiche rinnovabili a traino pubblico finanziate nelle Marche da Next Appennino, con un finanziamento di 7,6 milioni di euro e che comprende anche i Comuni di Matelica, Serravalle del Chienti, Castelraimondo e Gagliole, e sede sede del Centro internazionale per la ricerca sulle scienze e tecniche della ricostruzione fisica, economica e sociale, con un finanziamento di 18,2 mln di euro.

Tra i progetti cofinanziati dal Pnrr anche quello del Recovery hub alle Ex Casermette di Torre del Parco per la creazione di un hub di recupero per i beni artistici e culturali danneggiati dal sisma 2016, ma anche di formazione e di valorizzazione del territorio, che oltre ai fondi Pnc Sisma e al Pnrr, ha recentemente ottenuto un ulteriore finanziamento di 3,5 milioni anche da parte del Ministero della Cultura, confermando l’attenzione che il Governo sta dando all’area del cratere sismico e alle Marche.