OSIMO – Prosegue la campagna di ascolto e informazione in vista della definizione del nuovo Piano sociosanitario delle Marche. Ieri pomeriggio, giovedì 4 novembre, si è svolto un nuovo incontro istituzionale e sociale nella sala Maggiore del Palazzo comunale. Oltre ai rappresentanti dell’Ambito territoriale sociale 13 che raccoglie i Comuni di Camerano, Castelfidardo, Loreto, Numana, Offagna, Osimo e Sirolo, sono stati invitati a partecipare anche i sindacati, i dirigenti medici e le associazioni rappresentative del territorio. «Si tratta del tredicesimo incontro che organizziamo e via via che prosegue questa attività di ascolto delle esigenze specifiche dei territori – ha evidenziato l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini – per poter costruire risposte sempre più adeguate ai bisogni, siamo sempre più convinti dell’utilità e della necessità del confronto tra amministratori regionali e comunità locali su temi così fondamentali come la Sanità e che riguardano la programmazione di strumenti legislativi che regoleranno il futuro della nostra regione».
La sanità territoriale rappresenta una grossa fetta che Osimo e la Valmusone, che conta oltre centomila abitanti, non vogliono perdere. Quando sarà funzionante il nuovo ospedale all’Inrca di Camerano, portato a 310 posti, il nosocomio osimano “Ss. Benvenuto e Rocco” non potrà più avere il pronto soccorso. «Quando sorgerà il nuovo ospedale, i reparti di Osimo saranno uniti con quelli dell’Inrca di Ancona e l’ospedale dell’Aspio sarà di primo livello con 14 specializzazioni. A Osimo quindi resterà la lungodegenza, non il punto di primo intervento, che a oggi registra 17mila accessi, il 70 per cento dei quali codici verdi e l’1,5 rossi», ha detto l’assessore.
«La vera sfida è la sanità territoriale. Chiediamo un tavolo di confronto permanente con i sindaci e la Regione sul tema. In più domando che al grande ospedale venga legata una grande viabilità, con l’auspicio che possa comprendere anche la variante a nord», ha detto il sindaco Simone Pugnaloni presente con la giunta.
Il vicesindaco Paola Andreoni ha aggiunto: «Abbiamo assistito a un depauperamento dei servizi territoriali, ad esempio il servizio di salute mentale, l’Umee, il consultorio familiare. Crea disagio alle famiglie. E poi c’è il problema delle lunghe liste di attesa per gli esami».
Il sindaco di Loreto Moreno Pieroni ha detto: «Chiediamo di mantenere i servizi che c’erano prima della pandemia, come gli ambulatori. I cittadini vogliono certezze per problematiche di prima necessità».
Diverse le criticità emerse tra cui la carenza di personale medico a livello regionale, come spiegato dalla presidente Commissione sanità Elena Leonardi accanto al consigliere Mirko Bilò.
«Un appello: siate coesi – ha chiuso Saltamartini -. Siamo sempre più convinti dell’utilità e della necessità del confronto tra amministratori regionali e comunità locali su temi così fondamentali come la sanità e che riguardano la programmazione di strumenti legislativi che regoleranno il futuro della nostra regione».