Ancona – Quali nuovi scenari si apriranno nel mondo del lavoro e in particolare della contrattazione in un futuro dove le attività saranno svolte sempre più spesso da macchine e robot? La cosiddetta Industria 4.0, all’insegna dell’automazione e interconnessione industriale, secondo una ricerca presentata al World Economic Forum 2016 dal titolo “The future of jobs” causerà la sparizione di 5 milioni di posti di lavoro nel mondo. Cgil non nasconde una certa preoccupazione e oggi in occasione di un seminario dal titolo “Conoscenza e contrattazione nell’industria 4.0”, in programma all’NH Hotel, ha affrontato il tema a partire dalla contrattazione.
È stato il segretario nazionale del sindacato Susanna Camusso a chiudere i lavori e fare il punto della situazione. «Forse stavamo meglio negli anni Settanta, quando il Paese diede il via libera a privatizzazioni e liberalizzazioni – le parole della sindacalista – perchè avevamo alte potenzialità tecnologiche. Non sono nostalgica, ma vedo che da quel momento non abbiamo più messo nulla a sistema, anzi abbiamo teorizzato che più eravamo piccoli e più avremmo avuto successo. Il risultato? Un sistema di welfare frammentato».
«C’è nuova relazione tra contrattazione e sviluppo – ha proseguito Camusso -. Lo sviluppo che deve partire proprio dal welfare perchè una tecnologia che cambia tocca anche gli aspetti sociali. Essere protagonisti vuol dire ragionare sui bisogni e tendere il filo sulle tante forme di contrattazione. L’innovazione non è solo di tipo produttivo, ma soprattutto di relazioni».
A raccogliere la sfida di Industria 4.0 anche l’assessora regionale alle Attività Produttive Manuela Bora e il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo, che hanno presentato a fine anno una nuova proposta di legge regionale per accrescere il potenziale competitivo del nostro sistema industriale coniugando il know how tradizionale con l’innovazione tecnologica e il web. Saranno erogati 2 milioni di euro per le piccole e medie imprese al fine di promuovere la manifattura tipica della nostra regione e incentivare nuove forme di aggregazione tra imprese.
Nel ribadire che «la disuguaglianza è provocata soprattutto dall’economia della finanza che si è staccata dall’economia reale», Camusso, a margine del seminario, ha anche parlato con la stampa del decalogo per i licenziamenti dei dipendenti pubblici annunciato dal ministro Madia nei prossimi decreti sulla riforma della pubblica amministrazione. «Mi sembra la solita scappatoia – ha detto – nel momento in cui non hanno proposte, cercano di intervenire sulla pubblica amministrazione invocando i licenziamenti. È un ritornello che sentiamo da lungo tempo».