CANTIANO – A quattro mesi dall’alluvione del 15 settembre, non sono ancora arrivati soldi per la ricostruzione.
Il Vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Biancani e la consigliera Micaela Vitri richiamano nuovamente l’attenzione sui ritardi nell’assegnazione degli aiuti economici a cittadini e imprese. «L’incontro a Cantiano – sottolineano – è stata un’occasione importante per il confronto e per la vicinanza alla popolazione, ma dopo quattro mesi da quella tragica notte, non bastano. Ad oggi nessun aiuto concreto dallo Stato e dalla Regione è stato materialmente liquidato, neppure un euro a cittadini e imprese. Non sono arrivati nè i fondi immediatamente stanziati dal precedente governo, i 5 milioni di euro per le prime spese, nè quelli previsti dall’attuale governo per il 2022, 200 milioni di euro. Le uniche risorse distribuite sono quelle ottenute dalle raccolte solidali promosse dai Comuni o dalle associazioni».
«Sin da subito – ricordano – abbiamo proposto l’attivazione di un fondo regionale per anticipare a famiglie e imprese i soldi necessari per le prime emergenze, ma la Regione ha preferito finanziare ulteriori debiti, stanziando risorse per il sostegno al credito. Sarebbe stato molto più utile assegnare contributi a fondo perduto per un’immediata ripartenza, attraverso delle iniezioni di liquidità da parte della Regione, in attesa dei trasferimenti statali. Purtroppo i tempi, come temuto, si stanno dilatando e il rischio di spopolamento di quelle aree, dove la sopravvivenza delle attività economiche era già faticosa e complessa, cresce ogni giorno».
Su questi temi i consiglieri hanno presentato nei mesi scorsi un’interrogazione e una mozione, ma le proposte non sono state accolte. «Insufficiente anche lo stanziamento nel bilancio regionale di 2,5 milioni di euro per l’acquisto di nuove auto private e aziendali. Ipotizzando un contributo di circa 25mila euro a vettura, potranno essere accolte al massimo 100 richieste, a fronte di numeri notevolmente superiori».
«È urgente – concludono – che la Regione definisca una modalità rapida di assegnazione dei fondi messi a disposizione dallo Stato per la ripartenza delle attività produttive, agricole, commerciali e dei servizi, altrimenti il tessuto economico e sociale si sfalderà. In queste zone, a fianco di poche grandi imprese solide e con fatturati importanti, ci sono tante attività con margini di guadagno molto bassi, per le quali, seppure importante, il credito agevolato non è sufficiente. In questo modo si sta alimentando lo spopolamento e la chiusura di molte aziende. A quattro mesi dall’alluvione i cittadini non possono continuare ad indebitarsi, anticipando tutte le spese per tornare alla normalità».