Pesaro

Cantiano, a un anno dall’alluvione. Piccini: «Arrivati solo spiccioli, è l’Italia che sparisce dopo le emergenze»

Il sindaco amaro: «Siamo senza depuratore, le imprese rischiano di chiudere senza ristori. Arrivati 2,4 milioni su 70 di danni»

I danni a Cantiano

CANTIANO – Alluvione, un anno dopo. Il paese di Cantiano è ripartito con orgoglio. Ma di ristori e trasferimenti ancora se ne sono visti pochi.

Il sindaco Alessandro Piccini fa il punto della situazione. «Il popolo cantianese ha reagito e lo ha fatto con le proprie forze e quelle della solidarietà. Stiamo aspettando le trance importanti di trasferimenti, senza queste rischiamo che molte imprese si blocchino dopo aver anticipato i fondi per rinascere. Oggi abbiamo tutte le 60 imprese locali che stanno lavorando, questo ha permesso al tessuto socio economico di andare avanti ed evitare lo spopolamento. Ora il pubblico deve fare la sua parte: mettere in sicurezza il territorio da un punto di vista idrogeologico, mitigare le situazioni di rischio. In un anno, da questo punto di vista, non si è fatto nulla».

Sono arrivati i primi incentivi, ovvero 20 mila euro alle imprese e 5 mila ai privati. Ma la conta di danni parla di 50 milioni di danni al patrimonio pubblico e 20 milioni a quello privato.

Per la somma urgenza sono stati trasferiti 532 mila euro a fronte di un fabbisogno di 1,6 milioni. Ai privati 895 mila euro su un fabbisogno di 5,1 milioni, mentre per le imprese 1 milione a fronte di 9 milioni richiesti.

Il Comune solo nei primi otto mesi ha anticipato oltre 120.000 euro a 28 nuclei familiari e ad oggi ne ha ricevuti a rimborso solo 20mila, pari al 15%.

«Chiediamo di agire in fretta e soprattutto abbiamo bisogno di un supporto tecnico amministrativo, servono figure come ingegneri e architetti che possano fare progetti, abbiamo solo un geometra e un ragioniere. Quando arriveranno i fondi rischiamo di non riuscire a metterli a terra».

Alessandro Piccini, sindaco di Cantiano

«Ad oggi siamo ancora senza un depuratore. Marche Multiservizi sta aspettando i trasferimenti, servirebbero 11 milioni per spostare le condotte in zone non esondabili e per realizzare il depuratore. A noi stanno arrivando le briciole nonostante il governo abbiamo promesso 100 milioni di euro per la regione. Ma questa è l’Italia, bravissima durante le emergenze. Poi tutto si imbriglia nella burocrazia e nella scarsa attenzione. Tutto rallenta e rischiamo di essere dimenticati. Tante imprese e famiglie, anche grazie ai 700 mila euro della colletta di solidarietà, sono ripartite. Ma senza fondi rischiano di non farcela a recuperare gli investimenti. Dopo un anno chiediamo che i ristori vengano erogati».