FANO – La sanità, l’eventuale nuovo nosocomio tra Pesaro e Fano e l’ipotetico (ma non troppo) ulteriore depotenziamento dell’ospedale Santa Croce di Fano stanno diventando terreno caldo di botta e risposta in vista delle prossime elezioni regionali.
Ad innescare la bagarre sarebbero state le dichiarazioni in merito al nuovo nosocomio tra Pesaro e Fano rilasciate dal candidato Pd alla presidenza della Regione Mangialardi e dal consigliere regionale Biancani che avrebbero riferito che: «Si farà l’Ospedale tra Pesaro e Fano, è nel nuovo piano sanitario appena approvato».
Al riguardo Davide Delvecchio, Commissario Udc della Provincia di Pesaro e Urbino, aveva ritenuto tale affermazione come una dichiarazione di intenti che lasciava intendere una prossima chiusura dell’ospedale fanese: «Dopo tante smentite, è arrivato l’annuncio ufficiale della chiusura dell’Ospedale di Fano, da parte del candidato della sinistra alla presidenza della Regione Mangialardi». In queste ore è arrivato anche un ulteriore chiarimento di Biancani che ha voluto sottolineare come« l’ospedale unico a Pesaro non prevede la chiusura di quello di Fano»
Sulla questione ora è scesa in campo anche Marta Ruggeri, capolista della circoscrizione di Pesaro-Urbino alle prossime elezioni regionali per il M5S, che denuncia la scarsa credibilità di Carloni e Delvecchio in merito alla questione in quanto, in tempi non sospetti, avrebbero avallato le scelte del Pd: «Carloni, ora candidato della Lega, e Delvecchio dell’Udc non hanno alcuna credibilità per parlare del tema sanità e di potenziamento degli ospedali pubblici. Entrambi questi personaggi facevano parte della giunta Aguzzi, che avrebbe voluto realizzare l’ospedale unico a Fosso Sejore dando il via alla più aberrante speculazione edilizia fanese con la vendita del Santa Croce e la realizzazione, al suo posto, di appartamenti di lusso. Tutti e due alle scorse elezioni regionali si sono presentati in sostegno di Spacca (prima presidente del centrosinistra, poi candidato presidente per il centrodestra) fautore del depotenziamento del Santa Croce e della chiusura degli ormai famosi 13 ospedali pubblici»
E conclude: «Se è vero che si può cambiare aspetto e sembrare un altro, non è altrettanto vero che saltare da un partito all’altro serva per rifarsi una verginità politica. La storia politica di ciascun candidato non può essere cancellata o distorta: cambiare narrazione non basta per azzerare le responsabilità che Carloni e Delvecchio hanno sulla attuale situazione sanitaria disastrosa, realizzata dal Pd regionale e da loro avallata».