ANCONA – Il prolungato day-after della vittoria di Procida come Capitale della Cultura 2022 è stato ricco di analisi. Ancona, come le altre nove finaliste Bari, Cerveteri (Roma), L’Aquila, Pieve Di Soligo (Treviso), Taranto, Trapani, Verbania (Verbano-Cusio-Ossola), Volterra (Pisa), in corsa fino all’ultimo per lo scettro, si sta interrogando sul mancato successo consapevole di aver recitato comunque un ruolo da protagonista. Con tre esperti della cultura dorica e non solo abbiamo provato a fare il punto della situazione cercando di capire come il capoluogo dorico può ripartire dalla delusione e in cosa può crescere ancora sullo slancio di questa finale.
Un’importante presa di consapevolezza
Stefano Zuffi, critico d’arte che ha partecipato all’audizione di Ancona qualche giorno fa, fotografa in questo modo la situazione: «La vittoria di Procida è stata una grande sorpresa, francamente in pochi avrebbero potuto pronosticarlo. Tra le finaliste c’erano alcune città che, per molte ragioni, si poteva ritenere fossero maggiormente accreditate. Da parte mia faccio gli auguri a Procida e credo che sia un gran riconoscimento verso la meravigliosa Italia “minore”, virgolette obbligatorie, che è una peculiarità utile della nostra nazione». Sul capoluogo marchigiano: «Il sindaco Mancinelli e l’assessore Marasca sono stati anche troppo sinceri e dalle loro parole abbiamo capito che i progetti stabiliti andranno avanti e saranno sviluppati. È stata un’importante presa di consapevolezza per la città ed un modo determinante per saper compiere delle riflessioni. Sono felice che Ancona abbia partecipato e che sia arrivata dignitosamente in finale a giocarsi le proprie carte».
Non una sconfitta ma il rilancio della città
Per Diego Masala del Museo Diocesano del capoluogo dalla sconfitta si può trarre il massimo in relazione al futuro: «Dispiace perché alla nomina di Ancona come Capitale della Cultura 2022 avevamo sperato un po’ tutti. Sarebbe stato bello e gratificante vedere Ancona al centro dell’attenzione da un punto di vista culturale. Logisticamente e turisticamente ritengo la nostra città forse più idonea di Procida ma confesso di non aver preso visione del progetto campano che forse ha fatto la differenza. La speranza è che le attività e i progetti possano essere comunque sviluppati per rendere Ancona una città ancor più importante. Il nostro obiettivo dovrà essere quello di diventare un capoluogo sempre più accattivante. Che questa esperienza non sia una sconfitto ma motivo di ulteriore rilancio per la città».
Puntare sempre sulla valorizzazione del patrimonio
Puntare forte sul rilancio della città. Può essere riassunto così il pensiero di Sergio Roccheggiani titolare dello Studio anconetano di Architettura E Urbanistica Battistelli Roccheggiani Arch. Associati: «Come in tutte le competizioni è normale che alla fine ci siano un vincitore e qualche deluso. Essere arrivati tra le dieci finaliste è un merito ed è molto indicativo su quanto di positivo fatto. Adesso bisogna effettuare uno step ulteriore, quello di capire cosa ci manca per arrivare ancora più in alto. Questo tema va portato avanti e non ci si deve rilassare sul bel risultato ottenuto. Ancona può avere un’ulteriore svolta solo se si punta sulla cultura, sul turismo, sui valori storici e quelli ambientali. Tutte le categorie ripartano compatte per proseguire nel percorso di valorizzazione della nostra città».