ANCONA – La mancata proroga dei contratti del personale sanitario dell’Area Vasta 2, scaduti con il termine dello stato di emergenza (31 marzo), è stata al centro della seduta del Consiglio regionale di ieri, insieme alla carenza di sanitari nelle guardie mediche del pesarese.
Durante la seduta di ieri è stata approvata all’unanimità la mozione presentata dal presidente dell’Assemblea Legislativa Dino Latini. I sanitari (medici e personale sanitario) erano stati assunti per la pandemia, ma poi nell’anconetano non hanno avuto rinnovo, una decisione che nei giorni scorsi aveva sollevato una serie di polemiche, perché nelle altre Aree Vaste le stesse figure sono state rinnovate fino al 30 giugno sfruttando una norma nazionale.
Un atto, quello del presidente del Consiglio regionale, che ha voluto accendere i riflettori sulla questione e che lo stesso Latini ha definito «di natura prettamente politica e d’indirizzo generale, considerate le decisioni ormai assunte». Sta di fatto che già nei giorni scorsi il presidente del Consiglio regionale aveva sottolineato la disparità di trattamento rispetto alle altre Aree Vaste.
«Esaminiamo l’atto – ha detto Latini – quando le decisioni sono state ormai assunte. L’assessore Saltamartini ha evidenziato che nell’Area Vasta 2 è già stato superato il tetto di spesa previsto e questo rende impossibile la proroga. A questo punto, – ha spiegato – la mozione da me sottoscritta è da intendersi di natura prettamente politica e d’indirizzo generale e rimane aperta la richiesta di trovare una soluzione percorrendo tutte le strade passibili».
Nell’atto si sottolinea che le Aree Vaste oltre agli ospedali di rete hanno in carico molteplici servizi sanitari, tra i quali i Lea (Livelli essenziali di assistenza), che vengono garantiti a tutti i cittadini che risiedono sul loro territorio di competenza. Come precisato, l’Area Vasta 2 è la più grande di quelle presenti sul territorio regionale e vede la maggiore presenza di precari, sia con i requisiti necessari per la stabilizzazione sia senza quest’ultimi. Avendo sforato i tetti di spesa, la proroga ha riguardato una parte del persone e sono rimasti fuori 23 sanitari, 13 dei quali sostituiti con personale preso dalle graduatorie.
Sul tema è intervenuto con una nota stampa anche l’avvocato Fabio Amici, ex presidente del Comitato di partecipazione dei cittadini nella Sanità dell’Area Vasta 2, che ha definito «gravissimo» l’accaduto «perché si rischia di non garantire i Lea, livelli essenziali di assistenza e di non fornire una risposta efficace in termini di salute ai cittadini che vivono nell’anconetano e di riflesso con conseguenze a cascata sulla sanità di tutto il territorio regionale».
Amici fa notare che «anche se lo stato d’emergenza è cessato, la pandemia non è ancora scomparsa, anzi, gli ospedali sono ancora alle prese con i ricoveri di pazienti positivi al virus, con ripercussioni sull’organizzazione dei nosocomi, e con una pressione anche sui Pronto Soccorso. Possibile che tutte le altre Aree vaste abbiano rinnovato i contratti dei sanitari assunti per la pandemia e solo nell’Area Vasta 2 non sia avvenuto?».
Altro tema al centro della seduta è stato quello della riduzione del servizio di guardia medica a Fano e Mondolfo, a causa della carenza di medici, per il quale il consigliere regionale della Lega Luca Serfilippi ha presentato una interrogazione, nella quale ha chiesto il potenziamento delle guardie mediche del pesarese, sottolineando l’importanza della continuità assistenziale per la popolazione.
L’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini in Aula ha rimarcato l’accordo «antesignano» raggiunto con le associazioni di medici attraverso il quale è stata incrementata la remunerazione da 23 a 40 euro l’ora, per «incentivare i medici ad assumere questo servizio» e contrastare dunque la carenza di medici.
Inoltre l’assessore ha spiegato di aver avviato un percorso di telemedicina con cui garantire una risposta anche per quelle postazioni dove si registra la carenza di medici, per i pazienti con patologie croniche che possono avvalersi di sussidi.