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Carenza di personale all’ospedale di Sassoferrato. Cisl Ancona: «Servizi a rischio»

Alessandro Mancinelli e Stefania Franceschini del sindacato puntano l'attenzione sulla mancanza di personale all'interno del nosocomio di comunità Sant'Antonio Abate

Ospedale di comunità Sant'Antonio Abate di Sassoferrato
Ospedale di comunità Sant'Antonio Abate di Sassoferrato

SASSOFERRATO – Ufficio prenotazioni e cassa ticket dell’ospedale di comunità Sant’Antonio Abate di Sassoferrato, dal prossimo primo febbraio a gestirli ci sarà un solo operatore. La denuncia della Cisl-Fp Ancona, nello specifico Alessandro Mancinelli e Stefania Franceschini.

«Dopo la chiusura della cucina interna con la conseguente consegna dei pasti dall’ospedale Engles Profili di Fabriano, oggi a essere in difficoltà è l’ufficio prenotazioni e cassa ticket, che funge anche da portineria. Da quattro operatori in servizio, verrà a breve presidiato da un solo operatore», si legge nella nota.

Erano già rimasti in due da alcuni mesi, ma dal prossimo primo febbraio, il secondo operatore andrà in pensione e sarà difficile garantire la presenza costante da parte dell’unico dipendente rimasto. «Cosa succederà in caso di una sua assenza improvvisa, non è dato saperlo. Siamo preoccupati dei risvolti che potrà avere, solo per fare un piccolo esempio, per chi deve accedere al servizio prelievi, non essendoci l’operatore che gestisce l’inserimento delle impegnative, non sarà possibile eseguire la prestazione con la solita tempistica o non potrà essere eseguita affatto. Un solo dipendente che gestisce la cassa ticket, consegna referti, servizio di portierato e informazioni, è un problema di servizi al cittadino, ma anche di sicurezza», proseguono Mancinelli e Franceschini.

All’interno dell’ospedale di comunità Sant’Antonio Abate di Sassoferrato non esiste un servizio di vigilanza e l’operatore del front-office è l’unico che in qualche modo riesce ad avere contatti con l’utente, prima che questo acceda ai vari ambulatori, centro prelievi e Rsa. «Il servizio ai cittadini di Sassoferrato subirà un altro taglio e non sappiamo quale ulteriore decisione verrà studiata a tavolino per questo nosocomio. Come Cisl-Fp abbiamo più volte evidenziato che la carenza di personale, non solo sanitario, avrebbe portato alla chiusura, o rischio tale, di importanti servizi, e sicuramente tutto il settore dei front-office ne subisce le conseguenze in prima linea, specie quelli territoriali, e la situazione che si andrà a verificare da qui in avanti per Sassoferrato, ne è la prova evidente».

Un problema di turnover, dunque, dovuto al taglio di spesa di 4.415.420 euro, come si evince dalla determina Asur n.78 del 20 febbraio 2019 all’allegato 8, «che ha impedito di procedere con le assunzioni necessarie a coprire le uscite del personale, lasciando falle insanabili, che si stanno allargando mano a mano che il personale si avvia al pensionamento. La situazione sta diventando insostenibile e tutto l’interesse che ora gravita attorno all’emergenza Covid, rischia di distogliere l’attenzione da tutte le altre problematiche che, già presenti e non affrontate, diventeranno presto irrisolvibili e ciò sarà ancora più evidente a emergenza conclusa, quando molte attività ora ridotte, ritorneranno a pieno regime», si conclude la nota.