FABRIANO – Le Cartiere Miliani-Fedrigoni continuano a investire nel territorio e non c’è alcuna emergenza particolare. Non dichiarano ufficialmente questi loro propositi, ma da fonti vicine alla società si tende a tranquillizzare gli animi dei fabrianesi.
La società, infatti, è impegnata nel territorio di Fabriano con una visione di lungo termine come recentemente dichiarato pubblicamente in occasione dell’inaugurazione di Pioraco distrutto dal terremoto del 2016 e tutte le sue valutazioni vanno in questa direzione, questi gli spifferi provenienti da fonti vicine al quartier generale veneto del Gruppo Fedrigoni.
Il riferimento è a quanto evidenziato dal partito Comunista dei lavoratori prima, e dopo dal consigliere comunale del Pd, Renzo Stroppa, su quanto sta accadendo all’interno della storica cartiera fabrianese. Vale a dire la perdita certa di una importante commessa: stampa di carta moneta per l’India. E rischio di perderne un’altra: la commessa per la stampa di cartamoneta per l’Euro. La Banca centrale europea, infatti, dovrebbe spostare il tutto in Francia, in una cartiera statale. Ma su questo punto, si spera che ci possa essere un ripensamento. Comunque sia, però, al momento ci sono due linee produttive ferme e il non rinnovo di alcuni contratti a tempo determinato per precari storici delle Miliani.
L’attenzione, dunque, deve essere massima per monitorare costantemente la situazione. Ma dal Gruppo Fedrigoni, non direttamente, si tende a spargere tranquillità.
E per avvalorare questa tesi si ricorda quanto avvenuto a Pioraco. Vale a dire i 30 milioni di investimento della società per la ricostruzione dello stabilimento distrutto dal terremoto dell’ottobre 2016. Il sito produttivo è stato di nuovo inaugurato il 15 settembre scorso. «Non facendo ricorso ad alcuna risorsa pubblica. Un lavoro enorme visto che abbiamo dovuto sgomberare circa 400 tonnellate di macerie. Nelle prossime settimane sarà completata l’operazione di messa in opera delle linee produttive, con l’obiettivo di riprendere l’attività entro la metà di dicembre con il rientro dei 147 addetti che finora hanno potuto lavorare negli altri otto stabilimenti italiani del Gruppo, a cominciare proprio da quello di Fabriano. Questo ci ha permesso di non fare ricorso alla cassa integrazione», le parole del presidente del Gruppo, Alessandro Fedrigoni.
Forse anche per questa situazione che i contratti a termine a Fabriano non sono stati rinnovati. I sindacati incontreranno l’azienda a Verona giovedì 5 ottobre.