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Case di riposo, la cura dell’anziano dopo il momento più difficile dell’emergenza pandemica

Il benessere degli anziani è al centro dell’interesse delle case di riposo della vallata del Musone soprattutto dopo un periodo difficile come quello dell’emergenza sanitaria

Foto da Fondazione Recanatesi di Osimo
Foto da Fondazione Recanatesi di Osimo

VALMUSONE – Il benessere degli anziani è al centro dell’interesse delle case di riposo della vallata del Musone soprattutto dopo un periodo difficile come quello dell’emergenza sanitaria. «Per la prima volta da noi associazioni di volontariato e singoli volontari lavorano in reciproca interrelazione, quindi tutti i linguaggi sperimentati dagli ospiti trovano terreno di confronto e di azione nelle iniziative svolte, come, ad esempio, il disegno con la musica, le attività motorie con la “pet therapy”, terapia con animali, o altri momenti empatici utili a far crescere il grado di soddisfazione», dice il presidente di Fondazione Opere laiche lauretane e Casa Hermes Italo Tanoni. Partecipano dall’Avulss all’associazione Arcobaleno fino alla Croce Rossa che ha proposto un’attività con ospiti e rispettivi familiari per socializzare meglio con le nuove tecnologie, come ad esempio i tablet, nella casa di riposo di Loreto. «Sono coinvolti sia le famiglie sia i caregiver in un’attività che si è rivelata decisiva soprattutto durante la quarantena dovuta alla pandemia, quando questi dispositivi erano gli unici a poter creare un collegamento con gli ospiti altrimenti davvero isolati rispetto ai propri cari», continua. Un’altra novità è rappresentata dal coordinamento della figura della psicologa di Casa Hermes, la dottoressa Lucia Felci, con le altre due psicologhe esterne, Albanesi e Monachesi.

Solitudine, tristezza e limiti imposti dagli strascichi dei momenti più duri della pandemia sembrano svanire. Alla Fondazione Recanatesi di Osimo vengono organizzati i giochi cognitivi, le attività manuali, il laboratorio di artigianato e di dibattito, oltre a tanti altri. Quest’ultimo crea sempre momenti meravigliosi, anche grazie all’incaricato che individua temi importanti e li sviluppa in modo creativo e dinamico. «Oggi siamo partiti dall’ambiente per arrivare al consumo di acqua e quindi di plastica – raccontano dalla Casa -. Abbiamo fatto il paragone con il passato delle nostre nonne, in cui l’acqua non si pagava, ma era difficile da trovare e soprattutto trasportare. C’era chi di mestiere faceva il cercatore di falde sotterranee (il rabdomante), c’erano le bambine che durante la battitura e non solo portavano litri e litri di acqua anche sopra la testa. Quanta plastica ancora si spreca purtroppo, tanto che le nonne hanno deciso che il prossimo Natale regaleranno ai nipoti delle belle borracce riutilizzabili».