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Caso Tari, ad Ancona coinvolti 16 mila contribuenti. Ecco cosa fare per il rimborso

Alla fine del 2017 era scoppiata in Italia e nelle Marche la questione: si era scoperto che molti comuni avevano calcolato l'imposta sui rifiuti in maniera errata, provocando un indebito esborso da parte dei cittadini

I bidoni per la raccolta differenziata dei rifiuti
I bidoni per la raccolta differenziata dei rifiuti

Alla fine del 2017 era scoppiato il caso “Tari” in Italia e nelle Marche: si era scoperto che molti comuni avevano calcolato l’imposta sui rifiuti in maniera errata, provocando un indebito esborso da parte dei cittadini/contribuenti. I contribuenti interessati sono soltanto i possessori/detentori di abitazioni ad uso residenziale.

Adiconsum Marche si è occupata da subito del problema e ha verificato che è stato coinvolto solo il Comune di Ancona.

La vicenda
La tariffa della Tari, che è determinata con delibera del Consiglio Comunale, è composta di due quote, una quota fissa e una variabile. La quota fissa è correlata ai metri quadri dell’abitazione e delle pertinenze (garage, box auto, cantine…) e al numero di abitanti.

La quota variabile è correlata soltanto al numero degli occupanti, e va applicata una sola volta, solo sull’abitazione e non sulle pertinenze. Questo è stato chiarito soltanto nel 2017 tramite una circolare del Mef-Ministero Economia e Finanze.

Gli indebiti rincari della Tari sono stati determinati dal fatto che alcuni comuni in Italia, tra cui il Comune di Ancona, hanno applicato la quota variabile sia sull’abitazione che sulle pertinenze.

«Pertanto i contribuenti che hanno sostenuto costi non dovuti, e che quindi hanno diritto ad avere un rimborso, sono esclusivamente i possessori/detentori di abitazioni ad uso residenziale che hanno pertinenze (solaio, garage, cantine, box) – spiega Loredana Baldi di Adiconsum Marche -. Per quanto concerne il Comune di Ancona si stima che si tratterebbe di circa 16mila contribuenti con un credito che mediamente si può valutare intorno ai 40 euro l’anno. Il periodo interessato va dal 2014 al 2017 compresi, e il diritto al rimborso si prescrive in cinque anni, quindi c’è tempo fino al 31/12/2019 per presentare la richiesta di rimborso».

«Nel corso di questo periodo di tempo l’Adiconsum non è rimasta ferma a guardare, ma ha sollecitato costantemente il Comune di Ancona a procedere al rimborso ai cittadini. Il Comune pur avendo affermato sin da subito che avrebbe provveduto al rimborso in maniera automatica, ha invece verificato con i propri esperti che è necessario che ogni contribuente presenti la propria richiesta di rimborso. Il Comune e le associazioni dei Consumatori auspicavano un intervento del governo in merito, che tuttavia non c’è stato, che definisse in maniera chiara le modalità di rimborso, e quindi in assenza di una specifica norma ogni contribuente dovrà presentare la propria richiesta di rimborso», spiega Baldi.

Nel corso dell’anno si sono tenuti diversi incontri tra l’amministrazione comunale e le associazioni di consumatori al fine di definire la questione, e nell’ultimo incontro del primo ottobre è stato istituito un tavolo tecnico tra l’amministrazione comunale, Ancona Entrate e le Associazioni dei Consumatori Adiconsum, Adoc e Federconsumatori. Obiettivo: individuare il percorso tecnico per avviare la fase di rimborso della Tari, tutelando il diritto dei contribuenti ad arrivare ad un rimborso attraverso procedure certe, trasparenti e veloci.

«Il tavolo si è dato l’obiettivo di raggiungere una soluzione condivisa entro la fine del 2018. Adiconsum Marche darà conto degli sviluppi e delle modalità definitive per la presentazione delle richieste di rimborso restando a disposizione dei contribuenti coinvolti per la compilazione e l’inoltro delle stesse», conclude Baldi.