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A Castelfidardo è Ascani bis. «Le priorità? Il Pnrr e l’edilizia scolastica»

Il primo cittadino racconta il voto e il prossimo futuro per la "sua" città. Presto la composizione del nuovo Consiglio comunale: gli scranni sono 16, dieci vanno alla maggioranza e sei alla minoranza

Roberto Ascani riconfermato sindaco di Castelfidardo
Roberto Ascani riconfermato sindaco di Castelfidardo

CASTELFIDARDO – Il sindaco uscente Roberto Ascani, sostenuto dal Movimento cinque stelle e dalla lista Castelfidardo futura, ha vinto il ballottaggio contro Gabriella Turchetti, sostenuta da Fratelli d’Italia, Lega e dalla civica Fare bene per Castelfidardo. Ad Ascani, che nel primo turno si era fermato al 27,29% dei consensi contro il 29,04 della sfidante, è riuscito il ribaltone: ha vinto con il 59,77% delle preferenze (4.171 voti) contro il 40,23% di Turchetti (2.808 preferenze). Se due settimane fa il divario era stato di appena 141 schede a vantaggio di Turchetti, oggi il sindaco uscente ha distanziato la sfidante di 1.363 voti, affermandosi in tutte le sedici sezioni, a parte la numero 11 del Cerretano dove si è registrato un pareggio. Un déjà vu per Ascani perché anche cinque anni fa il ballottaggio ribaltò lo scenario profilato al primo turno: contro Henry Adamo di Solidarietà popolare si fermò al 25,94% contro 29,06% per poi vincere con 57,46% e lasciando l’avversario a 42,54%. Non sono stati siglati apparentamenti ufficiali ma già qualche giorno fa il sindaco aveva incassato l’appoggio dell’avversario Marco Tiranti (centrosinistra).

Ecco cosa dice Ascani sul ballottaggio

«Una vittoria netta e marcata che prendo come un segnale di apprezzamento per il tanto lavoro svolto e l’umiltà nel presentare un programma che sia lungimirante e guardi anche alle forze politiche escluse dal ballottaggio, che ricontatterò per parlare di contenuti e convergere su progetti forti e coesi per attingere alle risorse della Comunità Europea. Sono entusiasta del risultato perché il 60% non ce lo aspettavamo, un distacco molto netto dal centrodestra, segnale che i cittadini hanno capito il nostro programma e la differenza sostanziale con il loro. L’appello che ho fatto a tutte le forze politiche conferma, anche dopo questa vittoria, la volontà di aprire a un dialogo su tutti i temi della città. Nel giro di pochi giorni questo mi aiuterà a comporre la squadra di governo. Una volta formata la giunta dovremo andare spediti, abbiamo poco tempo in previsione del bilancio del 2022».

E sul programma

«Siamo più maturi rispetto a cinque anni fa ma stiamo attraversando una crisi economica che secondo me non ha fatto ancora vedere i suoi aspetti negativi. Dovremo cercare di facilitare quante più opere possibili all’interno del territorio. Ho detto sempre il Pnrr è un po’ la chiave di volta per portare milioni di euro qui sulle opere prioritarie. C’è poco tempo per mettersi alla prova e dimostrare alla Comunità europea che sappiamo spendere bene questi soldi. L’edilizia scolastica è il punto prioritario, a seguire il polo della sicurezza e anche le strutture dedicate alla cultura come il Polo didattico musicale. Su queste ci giocheremo una credibilità nei confronti della Regione Marche e delle altre forze».

Quanto possono aver pesato i voti del centrosinistra al ballottaggio?

«I programmi sono stati determinanti, già da prima c’era grande convergenza con il centrosinistra su diversi punti programmatici. L’elettore per coerenza non ha potuto che scegliere i Cinque stelle perché siamo vicini al programma di Sinistra ma anche la lista civica (Solidarietà popolare) nonostante abbia lasciato libero l’elettore, si è resa conto che la nostra proposta era credibile e non gli slogan della destra che fino all’ultimo hanno prospettato 200 parcheggi in centro e un polo della sanità non si sa con quali risorse né dove. Proposte di facciata. Tutti però si sono comportati in maniera rispettosa».

Gabriella Turchetti

Nell’analisi a caldo la sfidante Turchetti ha detto: «Il rammarico non tanto personale quanto per i compagni di avventura che mi hanno sostenuto con tanta energia e che sono stati dei partner eccezionali. Evidentemente i tempi per un governo di centrodestra a Castelfidardo non sono maturi: un’occasione persa. Il clima nazionale ci ha certamente penalizzato mentre ad Ascani, cui auguro buon lavoro per i prossimi cinque anni in cui dovrà mantenere le promesse, è stato riconosciuto un valore che gli elettori non si sono sentiti di attribuirci a scatola chiusa».

Il Consiglio comunale

Avrà una composizione diversa ma non troppo il nuovo Consiglio comunale di Castelfidardo. Gli scranni sono 16, dieci vanno alla maggioranza e sei alla minoranza. Sui banchi della maggioranza avranno accesso i sette candidati più votati del Movimento cinque stelle che sono Romina Calvani (52 preferenze), Sergio Foria (40), Andrea Marconi (39), tutti e tre già assessori del primo mandato Ascani, e poi Ivana Camilletti (35), Lorenzo Serenelli (33), Francesco Fagotti (32) e Damiano Ragnini (27). Accanto a loro, sempre sugli scranni della maggioranza, per l’altra lista, nuova, a sostegno di Ascani, Castelfidardo futura, con il maggior numero di preferenze entrano Annamaria Frascati (47), Lorena Angelelli (38), Ruben Cittadini (31), anche lui assessore. All’opposizione i seggi saranno così ripartiti: tre al centrodestra con Gabriella Turchetti, ex candidata a sindaco, Marco Cingolani di Fratelli d’Italia (149) e Francesco Ragni per la civica Fare bene per Castelfidardo (72), due al centrosinistra con l’ex candidato arrivato terzo al primo turno Marco Tiranti e Lara Piatanesi di Pd-Castelfidardo Bene in comune (114) e uno a Solidarietà popolare che sarà occupato dal candidato arrivato quarto al primo turno Tommaso Moreschi. Lo scenario deriva dall’applicazione del metodo D’Hondt che assegnerà i seggi in base all’esito del ballottaggio e ai bottini delle coalizioni nel primo turno. Cinque sono gli assessori che entreranno a far parte della giunta.