CASTELFIDARDO – Quest’estate erano in molti a darla per spacciata ancor prima di iniziare il campionato. Qualche battuta a vuoto nelle prime uscite amichevoli sembrava confermare il giudizio negativo di molti addetti ai lavori. Invece il Castelfidardo – anzi, il Castello, come dicono i suoi tifosi – alla seconda giornata di ritorno ha gli stessi punti (28) ottenuti la scorsa stagione in tutto il campionato. E se la quota salvezza rimanesse la stessa dello scorso anno, basterebbero altri 10 punti nelle prossime 15 partite per assicurarsi la permanenza in serie D. Una missione tutt’altro che impossibile.
Cose mai viste da queste parti nelle ultime tre stagioni, finite sempre al cardiopalma per i biancoverdi: nel 2015 retrocessi ma ripescati in serie D, nel 2016 salvi all’ultima giornata con un gol nei minuti finali di baby Minnozzi, l’anno scorso salvi grazie allo spareggio vinto contro l’Alfonsine. Quest’anno essere a nove punti di distanza dai play-out e soltanto a due dai play-off fa uno strano effetto.
Dicevano che era una squadra senza vere punte di ruolo, ma ha il quinto attacco del campionato con 30 gol fatti. E dopo l’addio di Minella (10 reti realizzate) è arrivato Pedalino che di gol ne ha messi a segno subito 2 in altrettante partite. Senza contare le 7 reti stagionali del golden boy Davide Montagnoli, forse il miglior under del girone, destinato ormai a fare il salto tra i professionisti già dal prossimo campionato.
E se la difesa ha traballato un po’ ma soltanto dopo l’infortunio di Rinaldo Lispi, rimpiazzato poi dall’arrivo di Francesco Terrenzio, il centrocampo invece è considerato il miglior reparto della squadra biancoverde, guidato da un superlativo Borgese capace di fare la differenza fuori e dentro il campo da gioco.
Il mese di gennaio – aveva preannunciato mister Vagnoni -sarebbe stato decisivo per capire quale sarebbe stato il campionato del Castelfidardo. I primi due ostacoli, Nerostellati e Sangiustese, sono stati superati a pieni voti. Ora Agnone e Fabriano diranno fino a che punto può spingersi il sogno dei biancoverdi.