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A Castelfidardo calano i positivi da Covid-19. Il sindaco incontra i commercianti

La paura non cala però e con quella nemmeno la voglia di ripartire dei commercianti, che temono gli "abusivi". Parola al primo cittadino Roberto Ascani

Infermieri in servizio nelle strutture sanitarie di Castelfidardo
Infermieri in servizio nelle strutture sanitarie di Castelfidardo

CASTELFIDARDO – 33 positivi e undici persone in isolamento preventivo. I dati aggiornati diffusi dalla Regione Marche che riguardano la diffusione del Covid-19 sul territorio, a Castelfidardo rassicurano.

Rispetto ai 47 positivi e ai 42 in quarantena del report di una settimana fa infatti si registra una netta flessione: il motivo è principalmente legato ai tamponi eseguiti sulle stesse persone risultate positive da più di 14 giorni che sono uscite dal tunnel. «È anche il segnale che i cittadini si stanno comportando in maniera responsabile – dice il sindaco Roberto Ascani -. Un calo significativo che tuttavia non deve indurre ad allentare la attenzioni ma anzi fornisce ulteriori stimoli nel continuare a seguire disciplinatamente le disposizioni studiate per il contenimento del virus».

Per contribuire a favorire la ripresa con la Fase 2, è a disposizione gratuita delle imprese e delle attività produttive del territorio un ciclo di webinar gratuito dedicato ai protocolli di sicurezza.

Il sindaco ha incontrato i commercianti in queste ore, cui ha cercato di illustrare le ragioni alla base della prudenza adottata dal Governo nello stilare il calendario delle riaperture (piano cui il Comune si attiene), condividendo pienamente le preoccupazioni ed accettando di buon grado di fare da tramite con il premier Giuseppe Conte per rappresentare le istanze degli operatori commerciali e turistici a secco di lavoro e di incassi a fronte di inderogabili costi fissi. Altro tema caldo, le segnalazioni riguardanti estetiste e parrucchieri che abusivamente vanno a domicilio, sulle quali stanno compiendo opportune verifiche e controlli le autorità competenti.

Il settore, chiuso fin dall’11 marzo, è quello che dovrà aspettare e soffrire più a lungo per tornare a regime vista la prossimità con il cliente ma ciò non giustifica la scorrettezza e i pericoli di una condotta illecita. Aderendo perciò all’accorato appello perorato dalle associazioni di categoria, il sindaco sottolinea: «Esporsi per motivi futili al contagio dovrebbe scoraggiare di per sé tale pratica, ma evidentemente è necessario anche un messaggio di allerta per dissuadere gli incauti. Sconsigliamo vivamente la popolazione di rivolgersi a questi “professionisti” abusivi sia per evitare di mettere a repentaglio la salute propria e dei propri cari, sia per il rischio delle pesanti sanzioni in cui si può incorrere».