CASTELFIDARDO – Via libera dal consiglio comunale all’ampliamento del depuratore di Villa Poticcio. Il civico consesso, riunitosi giovedì sera, ha approvato la variante al Prg che consente il potenziamento dell’attuale impianto di proprietà di Acquambiente Marche srl, società partecipata dai Comuni di Cingoli, Filottrano, Sirolo e Numana, che attraverso la diga di Castreccioni fornisce l’acqua potabile anche ad Osimo, Castelfidardo e Camerano.
La variante è passata con i voti favorevoli della maggioranza (Movimento Cinque Stelle) a cui si aggiungono i consiglieri di opposizione di Solidarietà Popolare Mirco Soprani e Tania Belvederesi. Per le opposizioni hanno votato contro Santini e Piatanesi del Pd e Catraro di Uniti per Castelfidardo.
La proposta di ampliamento ha suscitato molte polemiche nei mesi scorsi per via della collocazione dell’impianto in prossimità di un’area di grande interesse storico, dove nel 1860 ebbe luogo la battaglia di Castelfidardo nella quale le truppe piemontesi guidate dal generale Cialdini sconfissero l’esercito pontificio.
Anche Italia Nostra e la Fondazione Ferretti erano scese in campo per invitare le istituzioni a individuare una collocazione alternativa, senza mettere in dubbio peraltro l’utilità del progetto, che servirà a migliorare la qualità delle acque del fiume Musone, a vantaggio degli abitanti e delle attività del territorio. Sulla stessa lunghezza d’onda anche le forze politiche di opposizione, favorevoli all’impianto ma allo stesso tempo d’accordo nel trovare una collocazione più idonea.
Secondo Enrico Santini del Partito Democratico «poteva essere
individuata sempre a Castelfidardo una collocazione alternativa che rispettasse i luoghi della memoria della battaglia del 1860, mentre soluzioni alternative non sono state neanche valutate». «L’iter seguito non ci è proprio piaciuto – continua Santini – per questo abbiamo votato contro, non al depuratore, sia chiaro, ma alla variante al Prg».
Per Lorenzo Catraro, capogruppo di Uniti per Castelfidardo e Cittadini Attivi, «non è il caso che si ridiscutano i termini per cui una città debba offrire il proprio territorio sotto la Selva, senza una valida compensazione al danno d’immagine. Castelfidardo dovrebbe essere rispettata in maniera equa».
Mentre il sindaco uscente Mirco Soprani,
ora capogruppo di Solidarietà Popolare e presidente della Commissione Consiliare Urbanistica, sottolinea che «l’errore è stato far costruire nel 1982 in quel sito a ridosso della Selva, non ora l’ampliamento».
Secondo il sindaco di Castelfidardo Roberto Ascani la maggioranza ha votato favorevolmente alla variante «in maniera responsabile nei confronti dei cittadini e delle imprese dell’ambito». «L’opera di ampliamento – sottolinea il sindaco – deve essere vista in tutti i suoi aspetti sia positivi che negativi. Non neghiamo l’impatto che quest’opera avrà sul nostro territorio dal punto di vista storico/culturale ma è frutto di un percorso di miglioramento ambientale fissato più di 10 anni fa dall’Ato, che consentirà di allacciare alla depurazione tutte le abitazioni civili e quelle industriali del territorio e adeguare la depurazione alle vigenti normative. L’ampliamento dell’opera insisterà sull’area della battaglia ma purtroppo nessun ente preposto ha mai posto un vincolo formale sullo stesso rendendo vani i nostri tentativi di individuare un’area alternativa all’interno dell’ambito. Il parere positivo dato in conferenza dei servizi da tutti gli enti non lascia scampo al Comune».