«Ha aperto nel 2000 ma la mia esperienza nel settore delle materie plastiche compie 35 anni».
Qual è stata la sua idea iniziale?
«Avere un’azienda che fosse in grado di creare oggetti per il mondo della comunicazione “taylor made”, fatti cioè sulle esigenze della clientela».
Su quali binari vi muovete?
«Produciamo ad hoc per grandi marchi ma anche per ditte locali. Su scala mondiale siamo fornitori di molti brand blasonati, da Gucci a Zippo, Cartier, Fratelli Guzzini e Louis Vuitton, che ci chiedono oggetti e gadget. Abbiamo realizzato creazioni anche per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per donarli agli ospiti al Quirinale e da portare con sé nei viaggi all’estero. Per l’Eni abbiamo realizzato il trofeo Moto gp e Superbike. Alla fine del 2017 una scatola in plexiglass e legno per contenere il nuovo telefono Pixel 2 della Google».
Quali sono state le richieste più curiose?
«Gucci ci ha chiesto un caleidoscopio per ricalcare lo stile dei giocattoli anni Settanta, un’altra ditta un fermacarte in vetro con immagine in plastica. Il nostro made in Marche è stato portato recentemente al gotha di Milano, al Fuorisalone del mobile, nel negozio “Manuel Ritz” della manifattura Paoloni di Appignano e con Garofoli vini a fare da sponsor è stato realizzato un evento di grande successo: a “rappresentarci” una collezione di lampade di arredamento in cristallo acrilico firmate dall’artista Karim Rashid che ha gentilmente prestato la penna».
Quanto conta l’alta tecnologia nella vostra azienda?
«La nostra, come la definisco, è un’industria artigianale. Conta moltissimo l’alta tecnologia ma solo se associata al saper fare soprattutto di tanti giovani, specializzati ad esempio a piegare il plexiglass. Un binomio quello tra artigianalità e tecnologia che ci scaratterizza».
Come sarà la giornata di sabato?
«Sabato taglieremo il nastro con i 60 dipendenti, i clienti e i fornitori. La struttura di San Biagio di Osimo non era più sufficiente per le esigenze della nostra azienda e a Castelfidardo, nello spazio di archeologia industriale ex Roal, abbiamo trovato la giusta soluzione passando da duemila a ottomila metri quadrati coperti e accogliendo anche i 15 nuovi dipendenti assunti negli ultimi mesi che portano la nostra squadra a 60 unità appunto».
Qual è il segreto del vostro successo?
«Abbiamo puntato sempre più sulla qualità progettando e realizzando oggetti d’eccellenza rivolti a un pubblico esigente che sa apprezzare le finezze di una ricerca continua e continueremo su questa linea. Fondamentale per noi mantenere il legame con grandi brand che oltretutto ci “obbligano” a fare ricerca. Poi decliniamo quell’esperienza per i prodotti a marchio Vesta. Il mercato ci sta dando ragione e con questo importante investimento puntiamo a proseguire il nostro trend di crescita. Nel 2017 l’azienda ha fatturato sette milioni di euro. Nel nuovo stabilimento ci sono due macchine laser, due macchine per il controllo numerico, stampanti laser, impianti di verniciatura e molto altro, unito come dicevo a un saper fare fortissimo nel reparto per il lavoro del plexiglass».