Castelplanio non ha mai dimenticato il suo figlio illustre, Carlo Urbani, medico senza frontiere e infettivologo che per primo isolò la Sars nel 2003 a costo della sua vita. Oggi l’Associazione Italiana Carlo Urbani-Aicu presieduta dal figlio maggiore Tommaso, ricorda Carlo Urbani con un progetto che trasforma la sede dell’Associazione Aicu – al primo piano di un palazzo realizzato nel 1922, ex plesso scolastico sito in via don Minzoni – in Museo permanente, grazie al sostegno del Comune e della Regione Marche.
Una struttura in grado di valorizzare il legame tra il medico e il territorio in modo innovativo e digitale. La presentazione del progetto, ieri sera (25 agosto) in piazza della Libertà alla presenza del presidente Aicu Tommaso Urbani, del sindaco di Castelplanio Fabio Badiali, del presidente della Regione Luca Ceriscioli, del progettista l’ingegner Giacomo Giacomini, del presidente della Provincia Luigi Cerioni, di tanti sindaci dei Comuni della Vallesina.
Platea piena, ma nel rispetto del distanziamento sociale e dell’uso delle mascherine, obbligatorio per tutti. Gli ingressi sono stati regolati da personale della Stazione carabinieri di Castelplanio, della polizia locale e della protezione civile dell’Unione dei Comuni, mentre gli addetti della Croce rossa hanno misurato la temperatura ai partecipanti all’evento.
«È un’opportunità molto importante per noi – dice emozionato Tommaso Urbani – un progetto che vuol valorizzare quello che era mio padre, come persona e come medico, ricreando degli spazi con i suoi oggetti, gli strumenti del lavoro, le foto… sarà uno spazio a disposizione della cittadinanza ma anche degli studenti del territorio».
Un progetto fortemente voluto dall’Amministrazione comunale e reso possibile grazie al contributo della Regione Marche. «Se tutto l’iter non avrà intoppi i lavori dovrebbero iniziare a ottobre per vedere la luce, finalmente, il prossimo marzo – dice entusiasta il primo cittadino Fabio Badiali – contiamo di inaugurare il museo permanente il 29 marzo, in occasione dell’anniversario della scomparsa di Carlo Urbani e proprio in quella giornata che la Regione ha voluto dedicare ai camici bianchi, a Carlo prima di tutti, e che auspichiamo possa diventare una giornata di valenza nazionale».
Il museo sarà un luogo del ricordo di una persona che ha dato tanto all’umanità, ma anche un luogo dove gli studenti del territorio (e non solo) potranno raccogliere l’eredità lasciata da questa figura, sui temi dell’accesso ai farmaci essenziali, sulla necessità di assicurare formazione alle figure sanitarie dei paesi svantaggiati. L’Aicu porta avanti la missione di Carlo Urbani ed è possibile dare il proprio contributo attraverso donazioni dirette o devolvendo il 5×1000. «Il museo non sorgerà ex novo – aggiunge il progettista – ma sarà realizzato con un intervento di restauro di un edificio del 1922, ex polo scolastico, che attualmente ospita la sede Aicu e la sede di alcune associazioni cittadine e della banda musicale.
Al primo piano dell’edificio realizzeremo queste sale tematiche, con foto e documenti inediti, strumenti di lavoro e l’installazione di maxischermi su cui proiettare filmati sulla vita di Carlo Urbani. Il nostro desiderio sarebbe anche quello di poter realizzare, nell’ultima sala, un ologramma in cui la speciale guida di questo museo fosse proprio l’immagine di Carlo Urbani, per creare un impatto emotivo e visivo molto forte nel visitatore». Ad impreziosire la serata, l’intervento del noto virologo Roberto Burioni che nell’occasione ha presentato il suo ultimo libro “Virus-la grande sfida”, parte del cui ricavato sarà destinata all’Aicu.