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Catcalling e violenza di genere, nasce Donnexstrada: dirette Instagram per sentirsi al sicuro, una marchigiana nel team

Nel collettivo c'è anche Claudia Malerbi, studentessa di Sant'Elpidio a Mare. Ci ha raccontato questa iniziativa, nata per far sentire meno sole le donne che si trovano a percorrere un tratto di strada isolata

donna da sola di notte
(Foto di melemon da Pixabay)

Far sentire meno sole le donne che si trovano a percorrere un tratto di strada isolata o poco sicura, e prevenire la violenza, creando una catena social che consente di identificare l’eventuale molestatore così da segnalarlo alle forze dell’ordine, ma anche sensibilizzare sulle trappole in cui rischiano di cadere tante donne. Sono essenzialmente queste le ragioni che hanno spinto un gruppo di 10 giovani donne, di varie città italiane, ad unirsi per dare vita al progetto Donnexstrada.

Claudia Malerbi

Fra loro c’è anche una studentessa universitaria marchigiana. Si tratta della 24enne Claudia Malerbi di Sant’Elpidio a Mare, nel Fermano. Claudia, che frequenta il secondo anno di magistrale in Programmazione delle politiche del servizio sociale all’Università di Bologna, dopo aver conseguito la laurea triennale a Macerata, ci racconta che l’idea è stata lanciata dalla psicologa romana Laura De Dilectis con un post sui social al quale lei ed altre ragazze hanno risposto, dando così forma al progetto.

Inizialmente Donnexstrada si è concretizzato in una pagina Instagram nata il 21 marzo di quest’anno dove le donne potessero chiedere aiuto, ma a questa si è subito dopo affiancata anche una pagina Facebook e una su Twitter così «da intercettare un po’ tutte le fasce d’età ed essere più capillari» spiega Claudia.

La pagina Instagram di donnexstrada

In pratica a qualsiasi ora del giorno e della notte il gruppo di volontarie che si cela dietro la pagina Instagram risponde alle richieste di aiuto che arrivano per messaggio e attivano una diretta pubblica o privata sul social, così da avere testimoni in caso di molestie. Una modalità nata «per ridurre le probabilità che persone indesiderate si possano avvicinare ad una donna mentre cammina per strada o passeggia, in un orario particolare o in una strada che non le piace. Ma anche per quelle donne che hanno già subito molestie» evidenzia Claudia.

«Generalmente chiediamo un piccolo preavviso nel quale ci informano del percorso che intendono percorrere in maniera tale da poter reperire i riferimenti dei numeri di emergenza del posto – spiega -, ma se questo non è possibile cerchiamo di rispondere subito alla richiesta di aiuto avviando la diretta». Nel team oltre alle 10 ragazze che gestiscono le pagine social rispondendo ai messaggi di aiuto, ci sono altre 30 persone, tra uomini e donne che si occupano di formazione e comunicazione.

E l’iniziativa ha subito riscosso successo. In pochissimo tempo la pagina Instagram si è diffusa in maniera virale e in poco più di un mese conta già oltre 56mila follower, divenendo un punto di riferimento nel catcalling per donne e ragazze che si sentono in pericolo. Il catcalling è una molestia verbale rivolta prevalentemente a donne incontrate per strada, un fenomeno in crescita che condiziona molte ragazze che non si sentono più libere di camminare tranquillamente nelle loro città né di indossare magari una minigonna o una maglia scollata.

Oltre alle dirette, il gruppo, che si definisce un collettivo femminile, affianca anche un supporto psicologico a prezzi ridotti, gestito da due psicologhe ed una psicoterapeuta, ma anche delle campagne di sensibilizzazione che sono in corso di realizzazione.
«Stiamo raccogliendo testimonianze audio delle esperienze di molestie o catcalling accadute ad alcune donne» testimonianze choc che serviranno a sensibilizzare la società su un tema, quello della violenza e delle molestie, che passa troppo sotto traccia.

Ad oggi sono «una quindicina le dirette che abbiamo gestito, alcune pubbliche, altre private» racconta Claudia che mette a disposizione il suo tempo libero per il progetto.
Come mai hai deciso di aderire all’iniziativa? «Per i miei studi universitari mi sono avvicinata molto al tema della violenza di genere e mi reputo fortunata di aver trovato questo gruppo dove poter dare una mano a tante donne». Una esperienza che la tocca profondamente e la fa sentire «orgogliosa» come spiega lei stessa.

Oggi la violenza è un fenomeno molto diffuso, ma ancora poco denunciato, qual è il tuo messaggio per le donne? «Di non esitare mai a chiedere aiuto, agli amici, alle forze dell’ordine e poi di non sentirsi mai in colpa. Importante è anche non giudicare il comportamento delle altre donne, perché per alcune il peso sarebbe insopportabile. Noi donne dovremmo essere più solidali fra noi e contrastare il sistema patriarcale imperante: se ci facciamo forza tutte insieme possiamo fare la differenza».

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