ANCONA – Un momento partecipato, con scuole e massime autorità cittadine e regionali, per celebrare la Guardia di Finanza che compie 250 anni, ma anche il suo ruolo nella società di oggi, al fianco di magistratura e prefettura. Nell’ambito della cerimonia, che si è svolta stamattina in un gremito auditorium della Mole Vanvitelliana, anche la commemorazione storica dei finanzieri Carlo Grassi e Giuseppe Maganuco, medaglie d’argento al valor militare, con una mostra fotografica sul Fatto di Ancona, circostanza in cui, nella notte tra il 5 e il 6 aprile 1918, i due militari, di guardia allo zuccherificio del Lazzaretto, sventarono l’incursione di una sessantina di marinai austroungarici che cercavano di impossessarsi dei Mas del comandante Rizzo ormeggiati in porto. Nella tradizione il futuro è stato lo slogan della cerimonia condotta da Maurizio Socci, a testimonianza di quanto la Guardia di Finanza, oggi, continuamente rinnovata nei compiti, oltre che negli uomini, nell’arco di oltre due secoli, non possa non tenere a mente l’insegnamento del passato e delle sue tradizioni per accettare e vincere la sfida del terzo millennio in qualità di polizia economico-finanziaria e di mare.
Nutrita la presenza all’auditorium da parte degli studenti di Ancona e dintorni, grazie anche a un simulatore navale e alle spiegazioni fornite dai finanzieri, presenti alla Mole anche con le unità cinofile. Nei prossimi mesi questa ricorrenza dei 250 anni sarà festeggiata con diversi appuntamenti sul territorio: il 28 maggio il convegno sulla riforma fiscale al Teatro delle Muse di Ancona, con la presenza del viceministro Maurizio Leo, il 27 giugno la festa del corpo, unica a livello regionale, al porto di Ancona, e poi il 27 settembre il concerto della banda del corpo all’auditorium Scavolini di Pesaro, ma anche varie altre iniziative in tutta la regione.
«Nella tradizione il futuro – ha detto il generale Alessandro Barbera tra un video e l’altro con cui il corpo ha raccontato la sua storia e testimoniato la sua missione e il suo impegno quotidiano per terra e per mare –, significa che la tradizione non deve intendersi come semplice retaggio del passato, come un rito fine a se stesso che si ripete, ma come elemento sacrale che racchiude in sé un messaggio identitario, eredità culturali, che servono a rinsaldare lo spirito di corpo, i legami di appartenenza e l’esatta percezione di una missione comune. Poi c’è il futuro, un orizzonte costante e inteso come apertura al cambiamento, come vera capacità di rinnovarsi, di andare incontro a nuove sfide. E’ ciò che la Guardia di Finanza ha sempre fatto, prima come polizia doganale, poi come polizia tributaria, oggi come polizia economico-finanziaria e polizia del mare. Competenze, prerogative e attribuzioni che si sono ampliate, rafforzate, riorganizzate, avendo come obiettivo la ricerca di un allineamento costante con le esigenze e le priorità del nostro Paese».
Il generale Barbera ha poi raccontato rapidamente la storia del corpo, partendo dai primi scontri del corpo contro le truppe di Napoleone per arrivare agli interventi in occasione dei recenti terremoti e delle alluvioni, anche nelle Marche, ricordando che dal 2000 anche le donne sono impiegate nel corpo, soffermandosi su un altro aspetto, cioè sulle molteplici funzioni che la Guardia di Finanza svolge oggi, da quelle tradizionali, il contrasto all’evasione fiscale, la lotta al contrabbando alle tante altre che si sono aggiunte nel corso del tempo, come le attività investigative volte a reprimere truffe nei finanziamenti pubblici, ma anche la lotta alla corruzione, al riciclaggio, all’infiltrazione di organizzazioni criminali nel tessuto produttivo e nei circuiti finanziari.
Oggi la Guardia di Finanza, come ha ricordato il generale Barbera, «è una moderna forza di polizia economico-finanziaria a ordinamento militare. Oggi il mondo è cambiato, ma il lungo percorso nel quale ci siamo mossi ha sempre avuto una meta ben precisa: la difesa della legalità economico-finanziaria, difesa come presupposto di crescita, sviluppo, prosperità e benessere del Paese – ha concluso Barbera –, perché gli interessi criminali, lì dove si insidiano, avvelenano le falde dell’economia, disincentivano la libera iniziativa imprenditoriale, scoraggiano gli investimenti e alterano i meccanismi della libera concorrenza». Presenti alla cerimonia il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il sindaco di Ancona Daniele Silvetti, il prefetto di Ancona Saverio Ordine, il questore di Ancona Cesare Capocasa, il magnifico rettore dell’università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori, il procuratore generale di Ancona Roberto Rossi, e il procuratore regionale della Corte dei conti Alessandra Pomponio, nonché numerosi assessori del Comune di Ancona e consiglieri comunali e regionali. Fra il pubblico, le delegazioni di numerose scuole: da Ancona Liceo Classico Rinaldini, Liceo Scientifico Savoia Benincasa, Iis Vanvitelli Stracca Angelini, Iis Volterra Elia, Liceo Artistico Mannucci; da Senigallia Iis Padovano Corinaldesi e Liceo Classico Perticari; da Pesaro Liceo Scientifico Marconi.