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Tra cene, musica e parenti: ecco il Natale chiaravallese

Il giornalista Gianluca Fenucci descrive le atmosfere chiaravallesi nel giorno più atteso dell'anno, tra cene, musica, funzioni religiose e visite ai monumenti e ai parenti

CHIARAVALLE – Il sole splende e scalda come se si fosse in aprile o in settembre. E invece è Natale.

È Natale anche a Chiaravalle, un Natale sempre uguale e sempre diverso, un Natale che per molti significa tornare in famiglia e, per altri, significa rimanere da soli. La corsa frenetica ai regali si interrompe la sera della Vigilia quando i chiaravallesi, come tutti, si apprestano alla cena. Da Clairvaux 54, in via Leopardi, ma anche da Enzo alla Trattoria del Pescatore, in piazza Mazzini, è di prammatica lo stoccafisso con le patate ed altre prelibatezze. In altri bar, al Baraonda, all’Incanto, al Blue Bar, al Piccadilly, al Chicco d’Oro, al Capriccio, al Green Bar va in scena il rito dell’aperitivo o, come è di moda ora, dell’apericena, col pesce e le verdure sempre in pole position visto che è la sera della Vigilia. La maggior parte dei chiaravallesi si riunisce in casa dove le famiglie cominciano a ritrovarsi come in ogni Natale che si rispetti.

Poi la Messa di mezzanotte che, in realtà, comincia alle 23,45: un rito che si perpetua e che trova ancora il gradimento di tanta gente, di molti fedeli. C’è la Corale di Santa Maria in Castagnola ad allietare la funzione religiosa: lo farà anche alla messa delle 11,30 del giorno di Natale.

La Corale Santa Maria in Castagnola di Chiaravalle

Il Maestro Silvia Amadio, al cui fianco al pianoforte c’è il Maestro Tiziana Del Villano, ha assemblato davvero un bel gruppo di coriste e coristi, bravissimi sia nell’interpretazione dei canti in latino, il Kyrie, il Gloria in excelsis Deo, l’Agnus Dei, sia nei brani natalizi più popolari: Tu scendi dalle stelle, Astro del ciel, Adeste fideles. La chiesa è piena come un uovo, come solo a Natale e, forse, a Pasqua. Don Giuseppe Giacani, il parroco di Santa Maria in Castagnola, l’unica parrocchia di Chiaravalle, celebra la messa ed esorta a mettere Cristo al centro del nostro Natale, rifuggendo dai falsi miti di un consumismo sfrenato. Qualcuno si ferma ad ammirare la splendida ricostruzione in scala e in mattoncini dell’abbazia che fa bella mostra sul sagrato, sotto il portico e fa il paio con quella in ferro battuto esposta all’ingresso della città, nella rotatoria sulla strada per il mare. La notte passa con i bimbi che non vedono l’ora di scartare i pacchi e sorprendersi coi doni. I grandi riflettono e cercano speranze e qualche certezza.

Il mattino di Natale è un via vai frenetico di gente che passeggia lungo corso Matteotti: la méta preferita è la colazione da Pasquini ma gettonatissime sono anche la Pasticceria Centrale o la Pasticceria Verdi nell’omonima via. Si stringono mani e si scambiano auguri: in molti si incontrano di nuovo, dopo tanto tempo, visto che nei giorni feriali lavorano fuori città. Si rivedono vecchi compagni di scuola e persone un po’ dimenticate. Qualche pacca sulle spalle, qualche aneddoto, sorrisi, ricordi. Uno fa: “Il più bel regalo me lo ha fatto mia figlia: un sms dove c’è scritto “Buon Natale papà! Dopo tanti anni mi ha nuovamente chiamato…papà”. Un altro è malinconico. “Non ci crederai ma proprio ieri mi sono lasciato con Sara (il nome è di fantasia n.d.r)” e una lacrima gli riga il volto.

Diverse famiglie escono dalla messa e si mettono in macchina o vanno a piedi a raggiungere parenti, figli, nonni, zii e nipoti per rimettersi a tavola. Uno esce da Clairvaux 54 con un primo e un secondo da asporto: li mangerà da solo a casa. Solo ma orgoglioso e felice. Il sole splende e scalda come fosse un bell’aprile. E invece è Natale. Siamo tutti più buoni. Magari anche più giusti! Auguri!