SENIGALLIA – Massaggio cinese con finale a sorpresa che consisteva in carezze hard nelle parti intime del cliente. L’attività a luci rosse sarebbe andata avanti per due anni e solo dopo l’incursione della polizia, indagini dettagliate fatte anche di intercettazioni ambientali con l’utilizzo di cimici e microcamere nascoste nel centro estetico e la confessione di una folta clientela, il giro di squillo con gli occhi a mandorla è sfociato in un processo per induzione e sfruttamento della prostituzione a carico di una estetista italiana di 47 anni e 4 cinesi di 39, 46, 47 e 34 anni.
Con 100 euro la prenotazione di un massaggio normale finiva con l’happy ending, con la prestazione sessuale, insomma. Il centro, “Fiori di rosa”, si trovava in via Raffaello Sanzio, ed era stato aperto nel 2012, da un 39enne cinese, legale rappresentante dell’attività, che aveva preso in affitto anche un immobile in via Goldoni, dove abitava e dove vivevano le massaggiatrici, sempre orientali, tra i 30 e i 40 anni. A gestire in loco l’attività era un altro cinese, di 47 anni, insieme alla moglie, di un anno più giovane. Cinque le ragazze che sarebbero state sfruttate per guadagni a carico della coppia e del legale rappresentante. A fare da collante, secondo la Procura, c’era anche una estetista di 47 anni, stabilizzata nella spiaggia di velluto ma originaria della Sicilia. Lei aveva l’abilitazione per aprire il centro dove lavoravano le ragazze che facevano i massaggi e avrebbe saputo delle prestazioni hot. L’estetista, difesa dall’avvocato Corrado Canafoglia, ha sempre negato ogni addebito e si è sempre dichiarata all’oscuro di quanto le ragazze facevano durante i massaggi. Un giro di clientela numeroso, che ha portato la polizia ad insospettirsi e ad iniziare una attenta indagine culminata nel 2015 con il sequestro del centro massaggi e dell’abitazione dove alloggiavano le massaggiatrici. In quella occasione ci fu anche un arresto, quello del 47enne che gestiva in loco l’attività. Per gli altri scattò solo la denuncia.
Oggi, al collegio del tribunale di Ancona, nel corso del dibattimento è stato sentito un poliziotto del Commissariato di Senigallia, che si è occupato dell’indagine e ha riferito i riscontri delle intercettazioni ambientali e delle microtelecamere che avrebbero ripreso i massaggi hot e registrato anche gli audio dove le ragazze suggerivano ai clienti che potevano andare oltre il semplice massaggio, pagando la prestazione fino a 100 euro. Prossima udienza il 9 maggio quando verrà sentito un consulente del tribunale sulle trascrizioni delle intercettazioni ambientali.