Call to Action per diventare protagonisti di “Magic Mountains – Sibillini Stories“, la serie di documentari multimediali e interattivi dedicata alla riscoperta delle leggende dei Monti Sibillini. L’associazione non-profit Magic Mountains con sede a Norcia (Pg) è alla ricerca di appassionati dei Monti Sibillini da poter coinvolgere nel cast della serie, per poter raccontare «storie vere delle persone che amano e frequentano questo luogo Magico durante tutto l’anno, che hanno una passione per la montagna e un legame speciale con il territorio».
Il progetto, nato grazie al contributo di istituzioni, persone e sponsor, ha come obiettivo quello di valorizzare e riscoprire il patrimonio naturale e l’eredità culturale dei Monti Sibillini, promuovendo «un approccio alla visita della montagna più “lento”, consapevole e sostenibile e la rinascita di un territorio fortemente colpito dal sisma del 2016 e dalla recente pandemia di covid-19». Per partecipare alla selezione basta raccontare la propria storia, rispondendo alle domande all’interno del form dedicato nel sito Magic Mountains entro il 7 aprile.
Ma come si struttura il progetto e quali sono le sue finalità? Lo abbiamo chiesto a Leonardo Bazzucchi, fondatore di Magic Mountains.
«Magic Mountains – racconta Leonardo Bazzucchi – è un progetto non profit nato dal basso grazie al contributo di un network di artisti, professionisti del mondo della cultura, cinema, comunicazione e marketing, esperti archeologi, antropologi, filosofi e fans appassionati.
La nostra mission è quella di riconnettere le persone con la natura incontaminata dei Monti Sibillini, promuovendo un approccio lento, sostenibile e culturale alla visita di questi luoghi. Riscoprendo il loro straordinario patrimonio di storie, leggende e miti e gli spunti che possiamo ancora trarre da esse per la nostra esperienza personale.
L’idea nasce ancora prima del terremoto. Personalmente frequento i Sibillini da quando sono piccolo, ci andavo con la mia famiglia spesso e in tutte le stagioni. Ho studiato e lavorato tra Milano e Roma, non vivo in Umbria da più di 20 anni ma sui Sibillini sono sempre tornato.
Un po’ di anni fa, insieme ad alcuni amici appassionati come me, abbiamo iniziato a studiare il mito della Sibilla e più andavamo avanti nel documentarci, più restavamo affascinati dalla vastità delle storie e leggende collegate a questi luoghi. Ho pensato quindi di provare a mettere le mie esperienze professionali di produttore culturale ed esperto di comunicazione al servizio di un progetto che potesse valorizzare e far conoscere a tutti queste “montagne magiche”.
Abbiamo presentato il nostro progetto e abbiamo vinto il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale FESR 2014-2020 della Regione Umbria e, grazie ad alcuni sponsor che hanno creduto nel progetto e deciso di supportarci (Poste Italiane, Garmont e Acqua Nerea), siamo partiti con lo sviluppo della parte di produzione di contenuti e digital nonostante le difficoltà e le incertezze imposte dall’emergenza Covid».
Siete alla ricerca di narratori e testimonial della bellezza dei Sibillini. Come si struttura questo nuovo progetto? Quali le finalità della call to action?
«Magic Mountains è un progetto che coinvolge più piattaforme e realizza contenuti di storytelling come la Doc Serie che vuole proporsi come un veicolo per la scoperta di leggende, miti e storie legate in passato ai Monti Sibillini, ma vuole anche raccontare l’attualità e la passione per queste montagne che sono in forte ripresa nel contemporaneo. Per questo abbiamo lanciato la call to action e devo dire che la risposta in termini di numero di persone che ci hanno contattato e di entusiasmo è stata sorprendente.
Il progetto nella sua parte digital sarà completamente a fruizione gratuita, lanceremo a breve un sito web app che avrà un blog con molti approfondimenti su diversi temi che riguardano miti, leggende e in generale la magia naturale che si respira nei Monti Sibillini, una mappa interattiva con dei percorsi di trekking suggeriti da Magic Mountains, e sarà anche il luogo dove lanceremo gratuitamente la doc serie a partire da questa estate; naturalmente ci sono anche i social media costantemente aggiornati con video, immagini; un libro di favole illustrate dalla bravissima e talentuosa artista Francesca Greco e l’organizzazione di esperienze dal vivo: Mini Festival che si terrà a settembre e di cui vi potremo dire di più prossimamente, Mostra Immersiva attualmente in lavorazione e prevista a Roma in autunno. Un programma di Experiences, passeggiate/trekking con più livelli in cui coinvolgeremo e formeremo delle giovani guide storyteller locali a partire dall’autunno.
La call to action è dedicata alla doc serie, ma non solo. Ha infatti lo scopo di dare spazio e la meritata attenzione a tutti coloro che amano i Monti Sibillini e che hanno un legame speciale con il territorio. Il nostro obiettivo è quello di realizzare un progetto aperto a cui tutti possono partecipare, con la propria storia, il proprio contributo che sia di fotografo, guida, esperto del territorio, produttore locale… che possa poi espandersi ed evolvere anche nel futuro grazie al contributo di altre persone».
I Sibillini sono da sempre luoghi di mistero e di fascino. Ma anche luoghi dove è difficile vivere, e a rischio abbandono. Quale è la situazione attuale, dopo terremoto e pandemia?
«I Monti Sibillini e le aree limitrofe sono stati fortemente colpiti dal terremoto del centro Italia del 2016. Sisma che ha distrutto intere città e paesi e reso per lunghi periodi inaccessibili alcune aree del Parco. Un territorio un tempo vissuto attivamente che vive ancora oggi una lunga fase di crisi, aggravata ulteriormente dall’emergenza Covid e dai ritardi della ricostruzione. Ma un luogo che soffriva del resto da decenni, come tante altre aree montane, una crisi di identità culturale e di spopolamento demografico e il cui antico patrimonio di tradizioni e leggende era già a rischio di definitivo oblio con la scomparsa degli anziani e con loro racconti tramandati di generazione in generazione.
Con il progetto Magic Mountains vogliamo contribuire a creare valore e consapevolezza di questo inestimabile patrimonio per un territorio ferito che vuole risorgere, lanciando un messaggio positivo che possa attirare attenzione e nuove energie per un nuovo inizio».
La vocazione turistica dei Sibillini: come potenziarla? E quella, storica, a vocazione agricola e pastorale, come può integrarsi, cosa può dare e cosa può ricevere dal turismo? Insomma, possono marciare insieme?
«I Sibillini soprattutto negli ultimi due anni hanno avuto una grande attenzione sul fronte turistico. Lo possiamo definire l’effetto Instagram. È infatti innegabile l’impatto che questa piattaforma social ha avuto e ha nelle scelte delle destinazioni turistiche.
Lo scorso anno poi si è registrato un boom, durante la fioritura di Castelluccio di Norcia, ma non solo, anche in concomitanza di un altro evento determinante, il Covid, che ha portato moltissime persone a scegliere la montagna e la natura, dopo lunghi periodi di lockdown.
Questo tipo di turismo, seppur ha contribuito a rendere più noti in particolare a livello locale i Monti Sibillini, non aiuta fino in fondo il territorio perché si tratta di un turismo di massa, spesso mordi e fuggi, che non permette una vera economia montana. L’approccio alla visita della montagna e dei Parchi nazionali che vogliamo proporre con questo progetto è un approccio più “lento”, consapevole, culturale, destagionalizzato e quindi sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico per la ricostruzione e ripopolamento dell’area creando nuovi lavori e opportunità per i giovani.
Conosciamo la montagna e la frequentiamo prevalentemente come meta di turismo, per fare sport o rilassarci, senza ricordarci del ruolo che ha avuto nel passato. Spesso ignoriamo il tesoro di storie, tradizioni popolari, e personaggi che l’hanno popolata. La società moderna, escludendo sempre più la dimensione spirituale e fiabesca, ha finito per dimenticare l’antico significato del “salire sulla montagna”. Quello che invece pastori e agricoltori tramandavano. C’è una frase di un pastore, “Armando”, citato in un libro dell’antropologo Mario Polia che risponde alla domanda “Ma voi le fate le avete mai viste?”: “Beh, le fate vere non l’ho viste, perché all’epoca mia erano già tramontate”.
Le montagne magiche e le loro leggende dimenticate sono il simbolo stesso della crisi dell’uomo nel contemporaneo, ma anche una grande opportunità per la riscoperta, la rinascita e propulsori di nuove energie, per immaginare il futuro.
Se riusciremo a convincere qualcuno dei giovani del territorio a raccogliere questi spunti, ecco sarà la nostra grande vittoria».