SENIGALLIA – Il Presidente della Regione all’Ospedale di Senigallia per fare il punto sulla Sanità: «Siamo sulla buona strada». La conferenza stampa si è chiusa in anticipo a causa della scossa di terremoto delle 10,24. Presenti anche il consigliere regionale Fabrizio Volpini e il sindaco Maurizio Mangialardi.
«Potremo contare su 16 reparti di specializzazione, 14 unità operative complesse, 20 semplici. In un anno vi sono circa 10mila i ricoveri e 30mila accessi al Pronto Soccorso, vengono effettuate 5mila operazioni chirurgiche. Per far fronte alle carenze che negli anni si sono accumulate a causa di tagli alle risorse, sono stati assunti 40 infermieri, 35 operatori socio-sanitari, 16 medici tra cui un veterinario e due psicologi in più per il poliambulatorio, un fisioterapista e un ingegnere – ha spiegato il direttore d’area Maurizio Bevilacqua -. È una struttura che gode di buona salute nonostante le problematiche che esistono in ogni zona e in ogni regione. Stiamo portando a termine anche la questione della risonanza magnetica per la quale il vecchio progetto ereditato presentava grosse criticità che hanno costretto a rivedere l’operazione. Ora finalmente grazie all’ampliamento dei locali e al milione di euro stanziato, riusciremo a chiudere la partita». Due spogliatoi ed una sala d’aspetto ampliata è questo quanto è previsto nel progetto che entro fine mese sarà presentato al Comune di Senigallia e per cui il sindaco Maurizio Mangialardi ha già dato disponibilità per velocizzare le pratiche.
Volpini ha posto l’attenzione sulla prevenzione: «Sanità non significa solo ospedale, ma tutta la rete – ha spiegato –. In un particolare periodo come questo è importante porre l’attenzione sul Centro Vaccinazioni che sta attraversando giorni difficili per l’alta richiesta di vaccini scatenata dalla psicosi meningite».
A prendere la parola dopo la scossa prima di chiudere la conferenza stampa è stato il presidente Ceriscioli: «Non potevamo evitare una profonda riforma del sistema sanitario. Non saremmo riusciti a risolvere i grandi problemi presenti da anni in modo strutturale, sono necessari e utili seri investimenti, sia per quanto riguarda il personale sia per i macchinari da utilizzare per le prestazioni. Oggi abbiamo una spesa per il personale sopra il tetto limite. Abbiamo bisogno di assunzioni e acquisizioni per compensare le realtà sotto organico, ma anche per dare un’accelerazione e spingere la riforma – ha affermato -. In questa riforma, le strutture territoriali non diventano una minore risposta sanitaria che Regione e Asur offrono ai cittadini. Servono per dare una risposta d’insieme nel territorio, per poter dimettere le persone e liberare, ad esempio, i “pronto soccorso” quando ci sono sovraccarichi. Ma per dare le risposte bisogna prima capire le reali necessità e tarare su quelle ogni singola manovra. Il sistema finora ha retto grazie a tutto il personale che ci lavora, ma è tempo di cambiare».