FABRIANO – A un anno dall’insediamento, la parola a Chiara Biondi, consigliera regionale di Fabriano eletta per la Lega.
Dodici mesi dalla sua elezione e dall’ingresso nell’aula del Consiglio regionale, le emozioni della prima seduta?
«Vincere le elezioni è esaltante perché segno tangibile della stima e della fiducia che i cittadini hanno riposto nel tuo progetto di governo. Ben venga l’euforia, c’è l’aula consiliare a ricordarti che hai il dovere di tenere i piedi per terra. Ti siedi nell’emiciclo chi ti ha scelto diventa il miglior carburante per la macchina amministrativa che cominci a guidare. E realizzi che la festa non è finita, è solo a puntate, tante quanti sono i traguardi da tagliare insieme. Sono un avvocato, le aule in cui si combatte per ottenere sono il mio pane quotidiano e considero l’adrenalina salutare: fa lavorare al meglio».
In questo primo anno di attività, come si sono svolti i lavori fra aula e commissioni?
«Faccio parte della Commissione Affari Istituzionali, Cultura, Istruzione, Programmazione e Bilancio di cui è presidente il nostro capogruppo Renzo Marinelli e devo ringraziare colleghi e personale per la velocità della fase di rodaggio grazie alla collaborazione fattiva da subito instaurata. Il dialogo tra commissioni, gruppi e giunta è costante e positivo. Lo si vede nelle sedute di consiglio dove si traduce in provvedimenti il più possibile condivisi, tempestivi e, il più possibile, risolutivi».
L’attività che l’ha resa più orgogliosa?
«Essere prima firmataria della legge su Fabriano Città della Carta e Della Filigrana e Ascoli Piceno e Pioraco Città della Carta con cui si valorizza l’eccellenza che ha iscritto il nome Marche nella Storia. Era attesa da anni, sono riuscita a svolgere un’azione propulsiva e di sintesi che ci ha dato lo slancio per l’ultimo affondo. Abbiamo già avviato i primi step di intervento privilegiando formazione e apertura di laboratori perché creano nuova occupazione. La carta è stata a lungo l’oro delle zone montane e credo che abbia ancora tutte le carte in regola per rappresentare una miniera di nuove opportunità come motore dell’economia della cultura. Sono certa che la legge contribuirà anche in modo fattivo e concreto a supportare la candidatura per l’inserimento della carta filigranata nell’elenco dei beni immateriali tutelati dall’Unesco. Sarebbe un’ulteriore spinta ad un progetto che per Fabriano e il suo territorio rappresenta un vero e proprio volano di rinascita».
Il suo rammarico?
«Siamo in pieno work in progress, non è il momento di tirare le somme, ma di concentrarsi sulle tante cose che ci sono da fare. Servirebbe avere giornate che durino più di 24 ore per l’impegno entusiasta che si mette in ogni progetto, in ogni incontro, nell’attenzione a ogni istanza del territorio. Sono conscia che non si fanno miracoli, ma ci provo dedicando ogni energia a questo compito come è giusto che sia».
Un voto alla Giunta Acquaroli?
«Ottimo. Eravamo consapevoli dell’eredità pesantissima fatta di 20 anni di scelte sbagliate e problemi irrisolti, ma, allo stato dei fatti, le aspettative sono state addirittura superate. In appena un anno però sono stati fatti grandi passi in avanti arrivando, in più di un caso, a fare delle Marche un modello nazionale virtuoso. Solo per giocare in casa penso alla campagna vaccinale e all’inversione di rotta sugli ospedali unici, agli interventi per l’aerazione delle scuole, al supporto alle imprese dato anche con semplificazione e formazione, veri nodi da sciogliere per il settore. Le Marche erano maglia nera per i contributi all’agricoltura: abbiamo ribaltato la classifica».