ANCONA – Crac Banca Marche, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e 16 gli imputati, tra ex dirigenti, ex amministratori e sindaci revisori chiami a rispondere dei reati che vanno dalla bancarotta a false comunicazioni societarie e falso in prospetto (leggi l’articolo). Oggi le richieste del pool dei pm Andrea Laurino, Serena Bizzarri e Marco Pucilli, nel corso dell’udienza preliminare al tribunale dorico dove la vecchia Banca Marche ha chiesto al gup Carlo Cimini di essere esclusa dal processo in quanto non più esistente (come valore societario). Richiesta non accolta. L’Unione Nazionale Consumatori ha chiesto un sequestro conservativo di beni per 180 milioni di euro a carico degli indagati e della vecchia Banca Marche. Da prendere dove? Tramite le assicurazioni degli ex dirigenti e dell’istituto di credito e non solo.
L’udienza è iniziata alle 9.30 e alle 15 è stato annunciato il rinvio al prossimo 27 febbraio. L’Unione Nazionale Consumatori, che rappresenta circa 3mila beffati dal default milionario dell’istituto di credito marchigiano (tra questi le associazioni Dipendiamo Banca Marche e Azionisti privati Banca Marche), ha avanzato diverse istanze al giudice per l’udienza preliminare (che deciderà alla fine) e alla procura.
«Vogliamo che venga disposto – ha detto l’avvocato Corrado Canafoglia, che rappresenta l’Unione Nazionale Consumatori – il sequestro conservativo di tutti i beni mobili o immobili, crediti verso testi vantati a qualsivoglia titolo, compresi quelli verso le assicurazioni stipulate per responsabilità civile o per danni verso terzi, nonché partecipazioni societarie degli indagati e del responsabile civile, Banca Marche Spa in liquidazione coatta amministrativa nella misura di 180 milioni di euro».
L’Unione Consumatori ha chiesto sempre al giudice di ordinare a Banca Marche Spa, di produrre i contratti assicurativi relativi la responsabilità della banca per fatti degli amministratori, sindaci, dipendenti e membri del cda della banca per i danni cagionati a terzi da costoro nell’ambito dello svolgimento delle loro mansioni, in modo tale da esaminare e sequestrare le somme assicurate. E ancora di ordinare agli indagati di produrre tutti i contratti assicurativi afferenti la loro responsabilità verso terzi per danni cagionati a terzi da costoro nell’ambito dello svolgimento del loro ruolo di sindaco di banca delle Marche in modo tale da consentire l’individuazione della compagnia assicurativa e le somme da esaminare e sequestrare.
«Abbiamo chiesto alla Procura – continua Canafoglia – avvalendosi della guardia di finanza, di individuare e sequestrare beni immobili, mobili di valore commerciale e mobili registrati. E ancora crediti verso terzi, derivanti anche da prestazioni professionali e quindi con ricerca dai relativi clienti degli indagati che svolgono professioni libere o attività imprenditoriali. Abbiamo chiesto di sequestrare quote societarie, ricercando anche eventuali incarichi a società fiduciarie. Sequestrare ogni bene che possa avere un valore commerciale utile a soddisfare le pretese delle costituite parte civili».
Nell’udienza scorsa erano state ammesse tutte le costituzioni di parti civili: 2.800 risparmiatori, associazioni e il Comune di Jesi. Per la citazione come responsabile civile era stata ammessa solo la vecchia Banca Marche in liquidazione e non Ubi, la banca che ha acquistato la Nuova Banca Marche sorta dopo la risoluzione del vecchio istituto di credito.
Tra gli ammessi di costituzione di parte civile, che sperano quindi di riavere i soldi persi, non ci sono solo azionisti e obbligazionisti ma c’è anche Bankitalia. Sarà parte civile nel procedimento. Oltre all’Unione Nazionale Consumatori, come associazioni parti civili, ci sono anche l’Adiconsum, l’Adusbef, la Federcosumatori, il Codacons e l’Acu. L’udienza riprenderà il 27 febbraio. Fissate anche le prossime udienze, 6 e 13 marzo, per arrivare alla sentenza del gup entro il prossimo mese. Per alcuni imputati potrebbe essere chiesto l’abbreviato.