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Chiusura delle discoteche, un addetto ai lavori di Fano va controcorrente: «Colpa nostra»

Un barman fanese denuncia una gestione irresponsabile da parte dei titolari dei locali: «La colpa è totalmente nostra: molti non hanno rispettato alcun tipo di regola»

discoteca, concerto
Foto di Free-Photos da Pixabay

FANO – Il nuovo Decreto che comporta la chiusura delle discoteche, firmato nel pomeriggio del 16 agosto dopo una riunione tra il Governo e i presidenti delle Regioni, sta scatenando in queste ore reazioni diverse.

Tanti coloro che la ritengono una decisione dovuta, vista la crescita dei contagi; altri addirittura la reputano tardiva. Non mancano però coloro che la etichettano come l’ennesimo sopruso alla libertà, sia per gli avventori che per i titolari delle sale da ballo. Come era giusto attendersi, tra i più critici verso questa decisione ci sono proprio i cosiddetti addetti ai lavori, dai proprietari, a coloro che per motivi lavorativi orbitano proprio attorno a questa galassia: tutti sanno bene che dal buon esito degli affari di questo periodo dipende, in termini economici, il proseguo futuro delle attività.

Nonostante questo, c’è chi va controcorrente: un barista di Fano, Francesco Norma Battisti, che da sempre vive proprio grazie al lavoro dei locali e delle discoteche, ha fatto pubblicamente ammenda ritenendo che i responsabili del nuovo giro di vite siano in primis alcuni gestori dei locali e i clienti, spesso privi di qualsiasi comportamento responsabile. Un suo video-sfogo pubblicato sui social è divenuto ben presto virale. Noi di CentroPagina lo abbiamo contattato per saperne di più.

https://www.facebook.com/francesco.battisti.31/videos/10224919535201531/

«Molti di coloro che oggi si lamentano sono i primi che non hanno rispettato alcun tipo di regola», ci dice Battisti. «Sono gli stessi che hanno pianto miseria durante il lockdown, che hanno richiesto a gran voce di poter riaprire dichiarando di essere in grado di far rispettare le regole sul distanziamento e poi… se ne sono fregati di quanto successo nei mesi prima, dei morti che ci sono stati e delle persone che tuttora sono a rischio».

«A mio avviso la colpa è totalmente nostra», è il mea culpa del barista fanese. «Non siamo stati in grado di far fronte a una situazione in cui ci era stata di fatto data l’opportunità di gestirci in autonomia: cene, aperitivi, discoteche… era tutto alla nostra portata… bastava usare un po’ la testa…parecchi lo hanno fatto, altrettanti no! E sono proprio quelli che non hanno usato il buon senso che oggi sento lamentarsi di più… coloro che si sono infischiati di tutti e di tutto».

Il barman entra a gamba tesa anche sulla gestione del suolo pubblico messo a disposizione dal Comune di Fano: «L’amministrazione ha concesso ai locali e ai bar di avere a disposizione del suolo pubblico per allargarsi e permettere allo stesso tempo il distanziamento e la possibilità di avere lo stesso numero di coperti di sempre: se prima avevi 50 coperti, ora dovresti averne altrettanti ma distribuiti su di un perimetro maggiore. La maggior parte degli esercizi ha invece raddoppiato o triplicato i coperti con lo spazio in più; uno ci dà un dito e ci si prende il braccio. Questa è l’Italia – e conclude, amaro – non ci meritiamo nulla».