La chiusura dei locali da ballo decisa domenica sera dal Governo ha creato non poche reazioni tra gli addetti al settore ma anche tra i primi cittadini che hanno preso la loro posizione sull’argomento.
«Chiudere le discoteche come capro espiatorio è una follia perché se si lasciano comunque aperti i luoghi dove abusivamente si esercita il ballo, dato che serve una licenza, il tutto non ha senso – il commento di Francesco Sabbatini Rossetti, direttore del Mamamia di Senigallia -. Le discoteche come la nostra sono posti sicuri e controllati dove viene garantita la massima attenzione e dove la collaborazione con le forze dell’ordine è costante. Parlo per il nostro locale dove ci sono decine e decine di uomini della vigilanza, telecamere e dove tutto si svolge nel rispetto e in maniera professionale cosa che, al contrario, non avviene nei luoghi dove, a esercitare la professione, ci sono persone non vocate a questo lavoro».
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«Parlo anche a nome del Silb Marche Centrali dato che la categoria è in ginocchio e quando si parla di aiuti e contributi sappiamo benissimo a cosa ci si riferisce; ne sentiamo parlare da febbraio ma si tratta di risorse palliative alle quali non crediamo più – continua il direttore del locale di Senigallia -. Chiediamo aiuto non perché piangiamo miseria ma perché il divertimento organizzato è fondamentale per i giovani e non solo. Non è chiudendo le discoteche che le persone rimangono a casa e non è così che si risolvono i problemi. Senza pensare al fatto che nel nostro caso, con la chiusura, rimarranno a casa, senza lavoro, circa un centinaio di persone».
Sulla stessa lunghezza d’onda Aldo Ascani, titolare dello Shada di Civitanova Marche. «I contributi che arrivano dal Governo possono servire al massimo per pagare la tassa sui rifiuti – osserva – perché con la chiusura la mancanza di fatturato è davvero impressionante senza considerare che per riaprire abbiamo riorganizzato le strutture e assunto personale che ora non possiamo licenziare ovviamente. Una scelta impressionante quella della chiusura come lo è ugualmente quella dell’obbligo delle mascherine solo dalle 18 alle 6 di mattina».
«Dove andranno sabato prossimo tutte queste persone? – si domanda Ascani -. Si riverseranno nei luoghi pubblici, nelle piazze, nei bar e nei pub creando comunque assembramento ma non dobbiamo pensare che il Covid gira in discoteca anche perché, qui, non ci sono stati casi di contagio relativi alla frequentazione di discoteche le quali, al contrario, sono molto controllate». Ascani ha concluso annunciando che il «Sils, uno dei nuovi sindacati degli addetti al settore, ha già presentato un ricorso al Tar in merito».
Sulla questione è intervenuto anche il sindaco di Civitanova Marche Fabrizio Ciarapica. «Il nuovo stop per le discoteche e i locali notturni mette a rischio 4 miliardi di euro – ha commentato il primo cittadino -. Secondo il Silb (il sindacato italiano locali da ballo), questa è la cifra del fatturato annuale di questi esercizi che prevalentemente viene prodotto durante la bella stagione. Il nuovo provvedimento del Governo verso questa categoria alimenterà abusivismo e mafie. I luoghi sicuri e controllati dai professionisti del divertimento si sposteranno in luoghi incontrollati non solo sotto il profilo sanitario. Questa ulteriore limitazione dei diritti dei cittadini e dell’impresa mi fa pensare a un Governo dittatoriale che pur di rimanere a Palazzo Chigi, annullando di fatto il potere democratico del Parlamento, ci sta riportando gradualmente verso un nuovo lockdown per paura delle elezioni. Questo Governo deve andare a casa. È tempo che gli italiani scelgano chi li dovrà governare. È dal 2008 che il nostro Paese non ha un Governo scelto dai cittadini».