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Chiusura di Marche Nord, i sindacati: «Preoccupati per la perdita di posti di lavoro e contrazione dei servizi»

Le sigle chiedono risposte sul personale e sul budget per la nuova azienda territoriale. «Siamo pronti alla mobilitazione»

L'ospedale di Pesaro

PESARO – Addio Marche Nord e nuova azienda sanitaria territoriale. Le preoccupazioni dei sindacati.

Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Nursing up del territorio di Pesaro – Urbino, assieme alle RSU dell’Area Vasta 1 e dell’Azienda Ospedaliera Marche Nord, vista la convocazione per l’8 novembre, intendono rappresentare al Presidente della Regione Marche, all’Assessore alla Salute ed al Dirigente dell’ARS, tutte le «preoccupazioni dei lavoratori delle due aziende, sull’iter procedurale in atto per la creazione della nuova Azienda e le possibili conseguenze sui servizi attualmente erogati alla cittadinanza».

I sindacati sono chiari: «Esprimiamo forti dubbi sulla mancata informazione preventiva relativa al budget assegnato, al tetto di spesa del personale e dei fondi contrattuali (straordinario assegnato, copertura pronta disponibilità, sostituzione delle assenze di personale a vario titolo) che a nostro avviso dovrebbe essere la naturale sommatoria delle due realtà preesistenti. Tali preoccupazioni sono per di più accentuate anche dall’imminente scadenza dei contratti di lavoro a tempo determinato del personale Sanitario e Socio Sanitario al 31/12/2022, disposta dal Dirigente del Servizio Salute Regionale».

Per la provincia di Pesaro – Urbino si parla della perdita complessivamente di «almeno 70 Infermieri, 30 Operatori Socio Sanitari, più altre figure di professionisti, quali Ostetriche, Tecnici di Laboratorio, di Radiologia, Fisioterapisti, in scadenza contrattuale, senza dimenticare il mancato rinnovo dei contratti di molti Operatori Tecnici ed Amministrativi, già disposti dal mese di settembre scorso; oltre al completamento delle procedure di stabilizzazione del personale precario. Le conseguenze, oltre alla perdita di posti di lavoro, porteranno inevitabilmente ad una contrazione drastica dei servizi sanitari e comunque nell’ipotesi più ottimistica ad una loro rimodulazione o ad accorpamenti, con conseguente aumento dei carichi di lavoro per il personale in servizio, già privato dei normali riposi, ferie ed altri istituti contrattuali, compromettendo, di fatto le richieste ai bisogni di salute espressi dalla cittadinanza».

I sindacati ricordano che «Pesaro – Urbino è la provincia con il minore numero di posti letto per acuti, ben al di sotto della media regionale e nazionale, con la spesa sanitaria pro capite più bassa all’interno della regione. Servono risorse aggiuntive e non secondo mere logiche di compensazione tra Province. Chiediamo risposte, altrimenti siamo pronti a forme di mobilitazione ed iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica».