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Fabriano: cimitero in parte inagibile, ma la luce si continua a pagare lo stesso

La proposta di Andrea Cesaroni del Partito Democratico: portare le bollette della luce per il servizio lampade votive relative all’anno 2021 per il cimitero di Santa Maria sotto la sede del Comune

Inagibile parte del cimitero di Santa Maria a Fabriano

FABRIANO – Portare le bollette della luce per il servizio lampade votive relative all’anno 2021 per il cimitero di Santa Maria a Fabriano, sotto la sede del Comune. A lanciare la proposta è Andrea Cesaroni del Partito Democratico. «L’amministrazione comunale grillina si metta una mano sulla coscienza, almeno sui morti. Da giugno 2020 fino ad oggi i parenti ed amici con defunti tumulati nei settori 8 e 9, inagibili, del cimitero di Santa Maria non riescono più ad andare a trovare i loro cari. Non è accettabile un silenzio così lungo da parte di chi governa, senza avere contezza di un crono-programma per i lavori, ma con la bolletta della luce da pagare senza esenzione da esercitare come danno creato da terzi. Mi sarei atteso un ripensamento da parte del Comune per eliminare l’intero periodo, da quando cioè l’accesso è interdetto. Se non ci saranno risposte in tal senso da parte dell’amministrazione, propongo di portare tutte le bollette di questi periodi davanti alla sede comunale e lasciarle lì», la provocazione.

«La bolletta è arrivata nei primi giorni del nuovo anno, ben oltre la data di pagamento fissata al 31 dicembre, anche se il Comune con uno sforzo sovrumano precisa che non saranno applicati interessi per i pagamenti pervenuti oltre la data di scadenza. Il minimo sindacale – evidenzia Stefano Balestra attraverso un post su Facebook – vista la vicenda vergognosa che si trascina ormai da quasi 19 mesi, a causa di un’inagibilità derivante dalle infiltrazioni di acqua che hanno reso pericolosi i solai del piano superiore, per il settore 8. Così per il secondo anno consecutivo ci si troverà a pagare il canone, senza neanche un’agevolazione, un occhio di riguardo per tutti quelli che stanno patendo l’amarezza della privazione di poter andare a trovare i propri cari che non ci sono più. Certamente, più facilmente e semplicemente, avrei personalmente potuto disdire le lampade votive dei miei cari e risparmiare 76 euro, ma mi sembrava una mancanza di rispetto per i miei defunti, cinque dei quali, sono “rinchiusi” proprio lì dentro. Scrupolo di coscienza e sensibilità, che con fin troppa sufficienza in tutti questi mesi, quest’amministrazione non ha minimamente avuto. E a volte le scuse lasciano il tempo che trovano e sono inutili, perfettamente inutili, se alle parole non seguono i fatti», conclude.

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