CASTELFIDARDO – «L’Italia mi ha cambiato la vita e mi ha dato tutto, specialmente Castelfidardo, la patria della fisarmonica dove ho costruito la mia cultura musicale». Una notorietà internazionale, una carriera lunga 40 anni impreziosita da 37 album, due milioni di dischi venduti, centinaia di concerti in oltre 60 Paesi, migliaia di composizioni, riconoscimenti e collaborazioni ai più alti livelli: eppure, Yasuhiro Kobayashi, in arte Coba, la star acclamata da schiere di fan e dalla rete asiatica Nhk che lo ha seguito anche in questa trasferta, non ha trattenuto la commozione. Con gli occhi lucidi ha ricevuto la cittadinanza onoraria sabato 7 ottobre conferitagli dal Consiglio Comunale per gli elevati meriti artistici, per avere radicalmente trasformato l’immagine della fisarmonica inserendola con successo nella musica pop contemporanea.
«Celebriamo non un musicista ma un modello da prendere ad esempio, un grande che ci onora della sua presenza con la semplicità e l’affetto di un amico», ha detto il sindaco Roberto Ascani sottolineando l’umiltà di Coba che non ha esitato a raccontare se stesso svelando la sua delusione quando a otto anni, già iniziato al pianoforte, il padre gli donò una fisarmonica. Per oltre sei mesi quello strumento indesiderato rimase chiuso nella custodia ma quando la curiosità ebbe il sopravvento e lo aprì per sentirne il suono la passione è sbocciata dirompente.
«A differenza del piano che tocchi solo con le dita della mano, la fisarmonica la abbracci, diventa un tutt’uno ed è come se le vibrazioni uscissero dal petto: da quel momento ho deciso che volevo inventarne un nuovo stile, riscattandola dai vecchi canoni e valorizzandola sulla scena pop: la centralità doveva averla la voce della fisarmonica, non quella del cantante». Il sogno del bambino si realizza risalendo all’origine. «All’epoca non c’erano smartphone, internet e neppure il fax, le informazioni erano poche ma quando sul retro dello strumento ho visto la scritta made in Castelfidardo, ho deciso di venire qua: a 18 anni sono arrivato alla stazione di Ancona, ho aspettato due ore gli agenti dell’Excelsior che proprio quel giorno era in sciopero e ho capito come funzionavano le cose in Italia: dovevo arrangiarmi!».
Stabilendo una sincera amicizia con Peppino Principe, Valentino Lorenzetti, Wolmer Beltrami e Gervasio Marcosignori, all’epoca sulla cresta dell’onda, studiando dall’insigne Adamo Volpi, Coba è diventato ciò che è ora: «Un uomo fortunato di essere reputato fra i più grandi musicisti asiatici», ha detto. Un artista completo, che l’amministrazione comunale e l’associazione culturale Marcosignori hanno voluto formalmente legare alla città. La cerimonia svoltasi al Salone degli Stemmi prima dello straordinario concerto serale all’Astra che ha registrato una standing ovation e l’omaggio pittorico di Aurelio Alabardi, ha visto anche la partecipazione attiva di Valentino Lorenzetti e Davide Bugari, della classe a indirizzo musicale dell’Istituto comprensivo Soprani e della presidente della Fondazione Carilo Fulvia Marchiani.