ANCONA – Foreste e boschi possono essere considerati come estese infrastrutture verdi e come ambiti privilegiati per la green economy. Le opportunità occupazionali nel settore forestale-ambientale sono in crescita e ci sono nuovi posti di lavoro, soprattutto nei settori della selvicoltura e dell’arboricoltura da legno e del verde urbano.
Giovedì si svolgerà un convegno su questo tema, nell’Aula Magna Guido Bossi dell’Università Politecnica delle Marche. Il titolo dell’incontro sarà “Lavorare nel settore forestale-ambientale: opportunità in una società in transizione” ed è organizzato dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Univpm, dalla Regione Marche e dall’Ordine regionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali.
I relatori presenteranno opportunità occupazionali tradizionali e innovative nel settore forestale-ambientale, con particolare riferimento alle aree appenniniche colpite dal sisma. Secondo alcune recenti stime, questo settore potrebbe assorbire a livello nazionale circa 35mila nuovi posti di lavoro. Foreste e piantagioni possono essere considerate come estese infrastrutture verdi, con attività in grado di stabilizzare le popolazioni nelle aree interne e montane, migliorare l’assetto idro-geologico dei bacini imbriferi e la vivibilità nelle aree urbane, limitare ulteriori processi di consumo del suolo, nonché mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e contribuire alla conservazione della biodiversità vegetale e animale.
Temi del convegno saranno anche i rischi del lavoro nei boschi, le nuove tecnologie e la meccanizzazione per la sicurezza, la produttività e l’ambiente, la certificazione di prodotto e di processo, nonché la formazione e l’informazione per la crescita professionale e le best practice di giovani realtà imprenditoriali italiane. Saranno evidenziate nuove opportunità di progettazione europea, comunicazione, precision forestry, valorizzazione del legno locale, gestione di proprietà forestali aggregate, sinergie con settore zootecnico, agroalimentare, turistico.
DATI – In Italia le foreste coprono circa 11 milioni ettari (nelle Marche circa 300mila) ovvero oltre il 30% della superficie totale. Mediamente su ogni ettaro di bosco è presente una massa legnosa di oltre 150 metri cubi in continua crescita. I prelievi risultano complessivamente inferiori a un terzo dell’incremento annuale (circa 5 metri cubi/ettaro/anno), risultando tra i più bassi dell’Unione Europea. Oltre due terzi del fabbisogno di legno e derivati siamo costretti ad importarli dall’estero, spesso da paesi in cui è forte il rischio di illegalità o di insostenibilità ambientale nella produzione e commercializzazione.
Il settore legno dell’industria manifatturiera è il secondo in Italia coinvolgendo 80mila imprese e circa 400mila addetti garantendo un saldo commerciale positivo. Il punto debole del sistema foresta-legno è peraltro quello della gestione selvicolturale, delle utilizzazioni e della prima trasformazione. Una larga parte delle foreste italiane soprattutto nel settore appenninico sono in abbandono da alcuni decenni, condizione che spesso indebolisce l’assetto socio-economico delle aree montane.