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Concessioni balneari, 172 km di costa nelle Marche e 10 mila addetti nell’incertezza

Il Pd ha presentato una mozione. Il vicepresidente del consiglio regionale Biancani: «Bisogna confermare la proroga fino al 2033 o le imprese non riusciranno a progettare il futuro»

La spiaggia di velluto di Senigallia
La spiaggia di velluto di Senigallia

PESARO – Concessioni balneari, imprese a rischio. È necessario attivarsi immediatamente nei confronti del governo nazionale per confermare la proroga delle concessioni fino al 2033 e far valere in sede europea le ragioni delle imprese e delle comunità costiere. È quanto propone la mozione del gruppo del Pd, primo firmatario Maurizio Mangialardi, sottoscritta anche dal vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Biancani, dopo l’invio da parte della Commissione europea della lettera per la messa in mora dell’Italia per le autorizzazioni sull’uso del demanio marittimo.

«La sospensione della direttiva Bolkestein per 15 anni stabilita nella legge di bilancio 2019 e ribadita nelle linee guida della Regione Marche – evidenzia Biancani – ha dato agli operatori una prospettiva di qualche anno per poter investire nella riqualificazione delle strutture ricettive e dei servizi. La notizia della costituzione in mora trasmessa all’Italia è un ritorno all’incertezza che preoccupa un settore strategico per la nostra regione, costituito in larghissima parte da micro imprese familiari. Questo conflitto normativo tra l’Europa e lo Stato crea continue insicurezze che non consentono investimenti nel lungo periodo. Serve un quadro normativo chiaro».

Lungo i 172 chilometri di costa marchigiana operano almeno 10 mila addetti e solo nella provincia di Pesaro le concessioni sono circa 200. La lettera di Bruxelles contesta la proroga delle autorizzazioni e la data del 2033 come anno per rinnovarle con procedure aperte.

«Ora – insiste Biancani – è il momento di impegnarci tutti per confermare la proroga e mi auguro ci sia un voto bi-partisan in Consiglio regionale, perché serve una posizione condivisa. Allo stesso tempo dobbiamo attivarci subito con la conferenza Stato-Regioni per dare finalmente il via a una riforma normativa nazionale che dia regole certe al settore. Servono nuove leggi che, nel rispetto delle normative europee, siano in grado di garantire sicurezze solide alle nostre imprese, tutelando i livelli di occupazione. Basta emergenze, allarmi, soluzioni tampone. Utilizziamo questi anni di proroga per definire una riforma necessaria al nostro turismo balneare».