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Confeserecenti Pesaro: «Contro il rischio di infiltrazioni attenzione a prestiti e soci»

L'appello dell'associazione dopo l'inchiesta sulla camorra in Riviera: «Invitiamo le aziende a scegliere confidi per i prestiti e chiedere consigli per non cadere in cattive mani»

PESARO – Le mani della camorra sulla riviera. Dopo i 9 arresti della Guardia di Finanza per i reati di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, intestazione fittizia di beni, turbativa d’asta, corruzione, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, le associazioni di categoria lanciano un appello agli operatori economici.

L’inchiesta ha svelato interessi e ramificazioni anche a Pesaro, motivo per cui la Confesercenti Pesaro con il direttore Giorgio Barolini e il responsabile Alessandro Ligurgo intervengono sul caso.

«L’inchiesta sta facendo luce su infiltrazioni malavitose che interessano purtroppo anche parte della nostra provincia ed alcune attività che qui operano. Intendiamo complimentarci con le forze dell’ordine, nello specifico con la Guardia di Finanza di Rimini che ha condotto l’operazione, per l’importante lavoro svolto a difesa della legalità e delle categorie economiche.
Intendiamo, inoltre, di fronte alla possibilità che questi fenomeni malavitosi possano reiterarsi, rivolgere un appello agli operatori, perché pongano la massima attenzione nella gestione della propria attività -dalla scelta dei soci alle modalità di investimento – invitandoli, inoltre, in caso di necessità, dubbi e difficoltà, a rivolgersi con fiducia alle associazioni di categoria. Ricordiamo che Confesercenti e le altre associazioni del settore hanno a disposizione strutture e personale che possono individuare non solo le misure più rispondenti alla singola attività – incentivi, contributi, agevolazioni statali e regionali – ma anche aiutare le imprese nell’accesso al credito, fungendo attraverso realtà come i Confidi, da garanzia supplementare o sostitutiva nei confronti delle banche. In particolare Fimcost, il Confidi di Confesercenti, gestisce il fondo anti-usura istituito a livello nazionale, con il quale si può intervenire nei confronti di aziende in difficoltà che, con strumenti normali, non troverebbero accesso al credito: una fondamentale opportunità, quindi, per far sì che le aziende non cadano nelle mani della criminalità organizzata, soprattutto in un momento di incertezza come quello attuale.
È doveroso, infine, rivolgere un plauso al prefetto di Pesaro e Urbino Vittorio Lapolla che ha colto le difficoltà del momento e si è attivato per prevenire le infiltrazioni criminali nelle attività economico-commerciali e nel ricettivo, attraverso la stesura di un protocollo d’intesa finalizzato ad incrementare i livelli di tutela contro il rischio di condizionamenti della malavita organizzata. Un’azione di condivisione quanto mai importante, che vede in prima linea, oltre alle forze dell’ordine, ancora una volta le associazioni di categoria che, quindi, devono essere sempre più, per gli operatori, punti di riferimento sicuri ed affidabili».