ANCONA – Via libera dal Consiglio regionale di ieri, 21 aprile, alle mozioni per il riconoscimento economico e la non perseguibilità degli operatori sanitari impegnati nell’emergenza Coronavirus. Medici, infermieri, operatori sanitari e tecnici, sono stati al centro della seduta consiliare che è stata aperta dal presidente dell’Assemblea Legislativa Antonio Mastrovincenzo con un minuto di silenzio per le vittime del Covid-19.
Il presidente regionale Luca Ceriscioli, intervenendo nel dibattito, ha illustrato i termini dell’intesa raggiunta con i sindacati per il riconoscimento economico agli operatori sanitari ed ha sottolineato che l’accordo è «identico a quello dell’Emilia Romagna, cambia solo la cifra perché calcolata sul numero degli operatori. Al momento ci sono 20 milioni e 300 mila euro, il massimo che possiamo oggi prevedere per non violare dei parametri, come il tetto del personale, ma resta la possibilità di aggiungere ulteriori risorse quando sarà possibile, per allargare i premi. Saranno i sindacati a definire le griglie per distribuirli».
Tre le mozioni approvate, due per il riconoscimento di indennità e una per garantire la non perseguibilità agli operatori sanitari, figure cardine nella lotta all’epidemia. Nelle settimane scorse infatti alcuni avvocati avevano iniziano a proporsi per intraprendere azioni legali per risarcimento danni nei confronti di medici e infermieri proprio nell’ambito dell’emergenza Covid, una iniziativa che aveva subito suscitato una levata di scudi con l’immediata presa di distanza da parte degli ordini degli avvocati.
La questione è arrivata fino al Consiglio regionale con la mozione a iniziativa dei consiglieri Gianluca Busilacchi (Articolo Uno), Francesco Micucci e Andrea Biancani (Pd), Fabio Urbinati (Italia Viva), Luca Marconi (Udc) e Sandro Bisonni (Verdi), che impegna la Giunta a sollecitare una norma nazionale per tutelare gli operatori sanitari da ricorsi legali e richieste di risarcimento, che in una situazione come quella dell’emergenza Coronavirus a molti è parsa più come una sorta di sciacallaggio che altro. La mozione approvata con 27 voti a favore e una sola astensione, quella del consigliere Francesco Giacinti, esclude ovviamente quei casi in cui da parte di medici e infermieri ci sia intenzionalità e colpa.
Nel suo intervento in Aula il consigliere regionale di Articolo Uno Gianluca Busilacchi ha sottolineato che l’obiettivo della mozione è quello di evitare di «mettere sul banco degli imputati» medici e infermieri, «un richiamo etico, di tutela giuridica normativa e di natura finanziaria, per tutelare gli operatori sanitari». «Si tratta di fatto di uno sciacallaggio con un impatto gravissimo e dal costo altissimo» ha precisato.
Sul fronte delle indennità sono due le mozioni approvate: quella del consigliere regionale Federico Talè (Italia Viva), passata con 13 voti (Italia Viva, Lega, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Fratelli d’Italia) e 12 astenuti, e poi quella a firma dei consiglieri della Lega Sandro Zaffiri, Mirco Carloni, Marzia Malaigia e Luigi Zura Puntaroni che ha avuto il via libera con 13 viti favorevoli (Italia Viva, Lega, Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Fratelli d’Italia) e 11 astenuti.
Il consigliere Talè nel suo intervento ha posto l’accento sull’«abnegazione» del personale sanitario che ha lavorato senza sosta dall’inizio dell’emergenza sanitaria che nelle Marche ha ucciso oltre quasi 850 persone.
Il capogruppo della Lega Sandro Zaffiri ha invece colto l’occasione parlando dell’accordo siglato fra Regione e sindacati che stanzia 20 milioni di euro per riconoscere premialità sul fronte economico a medici e infermieri, ma anche a tecnici e addetti alle pulizie, che «non si tratta di una misura straordinaria, ma di un provvedimento che in realtà rientra nelle voci già previste dal contratto, anzi copre un’inadempienza contrattuale».
In pratica la mozione della Lega impegna la Giunta a stanziare con urgenza un riconoscimento economico di 1000 euro non solo per ogni operatore sanitario pubblico ma anche per del privato e delle Rsa.