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Consorzio di Bonifica Marche: con e per il territorio. Ma i fondi non bastano

«Serve una strategia innovativa – ha dichiarato Michele Maiani, presidente del Consorzio di Bonifica – che non risponda solo all’emergenza»

La conferenza del Consorzio di Bonifica delle Marche

ANCONA – Mettere in campo competenze specifiche sia in ambito di mitigazione del rischio idraulico che di gestione della risorsa acqua disponibile: è questo il principale ruolo del Consorzio di bonifica, ruolo quanto mai attuale, in piena emergenza climatica e con un continuo altalenarsi di improvvisi e violenti episodi alluvionali a lunghi periodi siccitosi. Stamattina in Regione Marche il Consorzio di bonifica in conferenza stampa ha spiegato dettagliatamente i propri compiti, a dieci anni compiuti dall’unione dei tre storici enti precedentemente presenti sul territorio marchigiano, e il valore generato dal Consorzio stesso, figlio di quella economia della manutenzione che, giorno dopo giorno, ha puntato a fare il bene del territorio, all’interno delle competenze assegnate dalla Regione e con i limiti delle risorse economiche a propria disposizione. Il Consorzio di bonifica delle Marche spicca, fra quelli di tutt’Italia, per il minor numero di contributi di cui può disporre, a carico, pressoché interamente, dei soli agricoltori, rispetto ai chilometri quadrati di territorio da gestire.

Le alluvioni che hanno segnato la regione Marche, hanno evidenziato tanto la centralità del ruolo rivestito dal Consorzio quanto la fragilità di un sistema che investe ancora troppo poco in prevenzione e troppo nel recupero dei danni post-emergenza. In un’ottica di semplificazione e di efficientamento del sistema di prevenzione del rischio idrogeologico nelle Marche, il Consorzio si candida fin da ora a estendere le proprie competenze alla manutenzione straordinaria dei corsi d’acqua minori, a quella ordinaria e straordinaria degli stessi corsi d’acqua nei centri urbani ed a quella ordinaria e straordinaria di fiumi e torrenti, oltreché a realizzare per conto della Regione opere idrauliche strutturali. Tutto questo richiede, ovviamente, una profonda e coraggiosa riforma dell’attuale sistema, che dovrebbe prendere lo spunto da scelte legislative nazionali. Il cambiamento climatico richiede un cambio di scenario anche in ambito di irrigazione, altra funzione propria del Consorzio di Bonifica delle Marche. Gli ultimi anni di inusuale siccità e la generale obsolescenza degli impianti hanno sollevato nuove problematiche e molte riflessioni.

«A dieci anni dalla nascita del Consorzio unico marchigiano, il nostro ente è perfettamente consapevole delle sue quotidiane responsabilità – ha dichiarato Michele Maiani, presidente del Consorzio di Bonifica – e conferma la volontà di essere soggetto attuatore al servizio della Regione. Siamo pronti, sia a livello di struttura che di competenze presenti, ad affrontare le sfide di un mondo in pieno cambiamento climatico. È nel nostro Dna prenderci cura del territorio, programmare, progettare e realizzare, in un’ottica di sicurezza idrogeologica. Quello che auspichiamo, come consorzio e come parte di un sistema consortile nazionale, è l’adozione da parte delle istituzioni preposte di una strategia innovativa di lungo periodo che si scrolli di dosso la logica dell’emergenza e che sposi il concetto di prevenzione e di corretta gestione dell’acqua, vero pivot dello sviluppo futuro».

Presente anche Francesca Gironi, presidente dell’Assemblea del Consorzio e dell’Anbi Marche: «Il settore agricolo è stato flagellato dagli eventi alluvionali, e dalla siccità – ha spiegato –. Chiede risposte, chiede supporto. I Comuni, le famiglie, le attività produttive e commerciali, sono stati feriti dagli eventi alluvionali, nel privato, in ambito professionale e chiedono altrettante risposte e supporto. Noi ci siamo. Perfettamente al centro fra istituzioni e cittadini e cogliamo l’opportunità che gli eventi degli ultimi anni ci stanno dando: quella di evolvere e crescere, mettendo in discussione il nostro agire, quando necessario, aprendoci a nuove prospettive e facendo rete, attraverso l’Anbi nazionale, con gli altri consorzi presenti in tutta Italia. Ci accomuna un obiettivo primo: ascoltare le istanze che ci arrivano dal territorio, intercettare le adeguate risorse finanziarie pubbliche e dare risposte concrete, innovative, votate alla sostenibilità ambientale e alla salvaguardia idrogeologica».